ORA PUO’ ESPLODERE LA RIVOLTA SOCIALE DEI SENZA REDDITO
I COMUNI DEVONO GESTIRE LA RABBIA CAUSATA DAL GOVERNO
È bastato un sms per scatenare una dura reazione delle opposizioni contro il governo nella calda domenica di ieri. Il messaggio in questione è quello che l’Inps ha inviato a oltre 169mila percettori del reddito di cittadinanza per annunciare la sua sospensione.
Poche righe che hanno diffuso il panico in alcuni uffici comunali con persone intente a chiedere spiegazioni per quello che è stato visto come un’annuncio improvviso.
Con le nuove modifiche introdotte dal governo Meloni, infatti, chi non ha a suo carico nel nucleo familiare minori, disabili o over 65 non riceverà più – a partire già dal mese di agosto – il sussidio.
Una misura che ha scatenato un forte malcontento sociale, soprattutto a Napoli e provincia dove ad ricevuto l’sms sono stati circa 21mila nuclei famigliari. Il direttore dell’area dell’Inps, Roberto Bafundi, è dovuto intervenire nel week end per sedare gli animi dei cittadini e ha detto che «nessuno sarà lasciato indietro».
La rabbia rischia di trasformarsi in manifestazioni di piazza dopo che già sui social è diventato virale in poche ore l’hashtag #ilgovernodellavergogna. Potere al Popolo ha annunciato un presidio in piazza a Napoli per la giornata di oggi.
«Il governo Meloni fa la guerra ai poveri, ma intanto propone la pace fiscale per gli evasori e per le grandi imprese, che macinano profitti su profitti. È un Robin Hood al contrario: toglie ai poveri e dà ai ricchi», ha detto Giuliano Granato, portavoce nazionale di Potere al Popolo e membro del coordinamento nazionale di Unione Popolare.
A fare le spese del malcontento sociale sono i sindaci dei comuni più piccoli lasciati soli dal governo. Il Viminale è in allerta in attesa di eventuali disordini nei prossimi giorni.
La Cgil ha lanciato l’allarme sui centri per l’impiego che rischiano di esplodere in un momento in cui il personale è ridotto per via delle ferie estive e ha anche per questo ha chiesto la proroga della sospensione. Per il momento, però, il governo non intende fare dietrofront anche perché l’eliminazione del reddito di cittadinanza è stata uno dei punti principali della campagna elettorale di Giorgia Meloni.
Se il salvataggio della ministra del Turismo Daniela Santanchè dalla mozione di sfiducia presentata dal Movimento Cinque stelle ha compattato la maggioranza, la sospensione del reddito di cittadinanza e i condoni fiscali per gli evasori rischia di generare lo stesso effetto nelle opposizioni.
«Hanno trattato 169mila persone come se fossero una rubrica telefonica. Non capiscono che dietro ci sono famiglie, problemi, ansie, preoccupazioni, pericoli perla tenuta sociale. Hanno tirato una linea… Si comportano come le multinazionali che senza umanità licenziano via Whatsapp», ha detto Francesco Boccia, capogruppo Pd al Senato in un’intervista al Corriere della Sera. La stessa reazione di indignazione è arrivata da esponenti di Sinistra Italiana e del Movimento.
Anche Beppe Grillo è intervenuto sul caso con un tweet: «Ormai è chiaro: il focus di questo governo è la lotta ai poveri e l’annientamento della dignità dei lavoratori. Il salario minimo si potrebbe già approvare ad agosto ma le vacanze estive non possono attendere».
Si prospetta un’estate calda per il governo.
(da agenzie)
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