ORA TOCCA A OLAF SCHOLZ
LUNEDI A KIEV, MARTEDI A MOSCA PER TENERE IN PIEDI IL DIALOGO
Dopo la mediazione di Emmanuel Macron, dopo il sabato di intense telefonate fra Mosca e Washington, tocca a Olaf Scholz tenere in piedi il dialogo sulla crisi ucraina e dare dimostrazione di compattezza del fronte occidentale.
Il cancelliere tedesco, che lunedì scorso è stato a Washington, vola lunedì a Kiev da Volodymyr Zelensky e martedì a Mosca da Vladimir Putin nel tentativo di disinnescare le tensioni che, secondo l’intelligence americana, stanno portando a grandi passi verso l’invasione russa dell’Ucraina. Anche la Germania, come l’Italia, ieri ha invitato i suoi cittadini a lasciare il Paese il prima possibile.
“È nostro compito assicurarci di prevenire una guerra in Europa, inviando un chiaro messaggio alla Russia che qualsiasi aggressione militare avrebbe conseguenze che sarebbero molto alte per la Russia”, ha detto Scholz venerdì al Bundesrat.
Il rifiuto del Governo tedesco di fornire armi letali all’Ucraina o di precisare quali sanzioni sosterrebbe contro Mosca ha suscitato critiche all’estero e in patria e ha sollevato domande sulla determinazione di Berlino nell’opporsi alla Russia, anche per il forte interesse economico tedesco nel progetto North Stream 2 – completato, ma non operativo – avversato da Washington.
North Stream 2 è considerata una delle princpali leve politiche nel negoziato con i russi. Anche per questo la missione di Scholz viene tenuta sotto attenta osservazione come termometro della sintonia del fronte occidentale. “Scholz deve trasmettere un messaggio molto chiaro a Mosca: l’alleanza occidentale è unita. Non c’è alcuna possibilità di creare una crepa. Penso che questo sia il messaggio più importante che deve trasmettere lì”, afferma Markus Ziener, un esperto del German Marshall Fund.
Da Berlino trapela che il cancelliere insisterà sulla de-escalation e sul ritiro delle truppe al confine che “possono essere considerate solo una minaccia”, inviterà Putin a “non sottostimare l’unità dell’Occidente e la severità delle possibili sanzioni”, ma non prevede che l’incontro produca risultati concreti, pur ritenendolo “importante per comprendere meglio le preoccupazioni e gli obiettivi russi”.
La Germania si oppone a una “finlandesizzazione” dell’Ucraina – una sostanziale neutralità rispetto alla Nato e alla Russia – e non proporrà una moratoria sulla possibile adesione di Kiev nell’Alleanza Atlantica.
Bild scrive che Scholz ha chiesto consiglio ad Angela Merkel in vista del colloquio con il presidente russo. Merkel, sottolinea il tabloid, conosce Putin “come pochi altri capi di Governo o di Stato, per averlo incontrato molte volte, sia in tempi buoni che cattivi. Conosce i giochi di potere che Putin usa volentieri nei confronti dei suoi interlocutori”. In una nota su Twitter, il portavoce del Governo tedesco Steffen Hebestreit ha twittato: “Si tratta di impedire una guerra in Europa”.
L’economia tedesca ripone “grandi speranze” nella visita del cancelliere a Mosca, ha affermato il presidente della Camera di commercio russo-tedesca all’estero (Ahk), Rainer Seele, come ha riferito il quotidiano Handelsblatt. “Il conflitto intorno all’Ucraina deve essere risolto pacificamente e attraverso gli strumenti della diplomazia”, ha dichiarato Seele, il quale ha messo in guardia contro l’interruzione dei rapporti tra Mosca e Berlino in un periodo in cui questi sono tesi come non lo sono da decenni. Il congelamento di progetti comuni, ha riferito, non riduce le tensioni ma le acuisce. “Anche nei momenti peggiori della Guerra fredda l’economia tedesca ha sempre fatto da ponte tra la Germania e l’Unione sovietica”, ha dichiarato il presidente dell’Ahk. Nonostante le sanzioni e le restrizioni dovute alla pandemia di coronavirus, ha precisato, le imprese tedesche hanno investito in Russia circa 7,6 miliardi di euro. Il mondo imprenditoriale tedesco si aspetta che l’incontro Scholz-Putin offra l’occasione di discutere anche dei test medici obbligatori per gli stranieri che vogliono lavorare in Russia. “Manager e ingegneri tedeschi e stranieri sono sottoposti a una procedura discriminatoria e che richiede tempo, a danno degli investimenti”, ha dichiarato l’amministratore delegato dell’Ahk, Matthias Schepp.
(da Huffingtonpost)
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