PARISI: IL CENTRODESTRA CANDIDA L’UOMO SEMPRE AL SERVIZIO DEL POTERE
DALLA CGIL AI SOCIALISTI, DA DE MICHELIS AD AMATO, DA ALBERTINI ALLA CONFINDUSTRIA… L’AVVISO DI GARANZIA PER FASTWEB E CHILI TV
Chi è Stefano Parisi il candidato sindaco scelto da Berlusconi per Milano?
Nel 2004, come amministratore delegato di Fastweb, fu coinvolto nello scandalo Fastweb-Telecom sulle finte fatturazioni, ricevette un avviso di garanzia, fu costretto a dimettersi, ma nel 2013 venne scagionato da ogni accusa.
Ha cominciato la sua attività professionale nell’ufficio studi della CGIL. Negli anni Settanta è stato anche vicesegretario del Nucleo universitario socialista a Roma.
A meno di trent’anni venne scelto come capo della segreteria tecnica del ministero del Lavoro, incarico che mantenne dal 1984 al 1988.
Nei due anni successivi lavorò alla vicepresidenza del Consiglio dei ministri durante il governo De Mita (1988-1989) e poi, per altri due anni, come capo della segreteria tecnica di Gianni De Michelis, all’epoca ministro degli Esteri del Partito socialista.
Negli anni Novanta Parisi fu a capo del dipartimento per gli Affari economici della presidenza del Consiglio dei ministri, prima con Giuliano Amato e poi con Carlo Azeglio Ciampi.
Nel 1994, dopo la famosa “discesa in campo” di Silvio Berlusconi, si parlò di lui come segretario generale della presidenza del Consiglio di Berlusconi, ma l’incarico venne alla fine viene affidato a Franco Frattini.
Nel 1997 Parisi si trasferì a Milano e venne scelto come segretario comunale — il cosiddetto city manager — dal nuovo sindaco Gabriele Albertini: durante quella giunta venne approvato il “patto per Milano” sulla flessibilità , che aveva come obiettivi la lotta al lavoro nero e alla disoccupazione.
Il patto però ruppe i rapporti del comune con la CGIL milanese, perchè prevedeva di introdurre contratti a termine e retribuzioni ridotte in deroga ai contratti nazionali, per alcuni tipi di lavoro.
Nel 2000 Parisi divenne direttore generale di Confindustria durante la presidenza di Antonio D’Amato che, appoggiato dal secondo governo Berlusconi, cominciò a parlare dell’abolizione dell’articolo 18.
Nel 2012 ha fondato Chili Tv, società italiana di streaming on line di film e serie tv che sta per fare un aumento di capitale di 20 milioni di euro.
Alcuni giornali hanno scritto che nell’operazione potrebbe entrare il gruppo Mediaset tramite Infinity, la tv in streaming del gruppo Berlusconi, ma Parisi l’ha negato dicendo che «Mediaset e Chili sono concorrenti».
(da agenzie)
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