PLURICONDANNATO E PRESTO PRESCRITTO: TRE ANNI A BERLUSCONI PER LA COMPRAVENDITA SENATORI
MA SARA’ PRESCRITTO IL 7 NOVEMBRE…. STESSA PENA PER LAVITOLA
Silvio Berlusconi è stato condannato a tre anni di carcere per corruzione.
Lo hanno deciso i giudici della I sezione penale del Tribunale di Napoli che hanno condannato anche Valter Lavitola a tre anni di pena per la stessa accusa, nell’ambito del processo sulla presunta compravendita di senatori che causò la caduta del Governo Prodi nel 2008.
I difensori, Coppi, Longhi e Ghedini, avevano chiesto l’assoluzione.
Ieri l’ex Cavaliere aveva ritirato l’istanza di insindacabilità presentata presso la Giunta delle autorizzazioni della Camera in cui chiedeva di dichiarare la vicenda coperta da immunità parlamentare.
Cuore del processo l’ipotizzato versamento dell’ex presidente del Consiglio di 3 milioni di euro al senatore Sergio De Gregorio perchè cambiasse schieramento e contribuisse a determinare la crisi del governo Prodi dopo le elezioni del 2006.
La procura di Napoli aveva chiesto il giudizio immediato nei confronti del leader del Pdl, che era stato indagato per finanziamento illecito e corruzione, dell’ex senatore dell’Idv e dell’ex direttore dell’Avanti, ma il gip aveva respinto e si era quindi celebrata l’udienza preliminare
Durante la requisitoria la procura aveva chiesto cinque anni per Silvio Berlusconi e quattro anni e 4 mesi per Valter Lavitola.
Il rinvio a giudizio per l’ex Cavaliere e l’ex direttore de L’Avanti era arrivato il 23 ottobre 2013.
In quell’udienza il giudice per l’udienza preliminare Amelia Primavera aveva ratificato il patteggiamento a 20 mesi per Sergio De Gregorio.
“Siamo al cospetto di una delle peggiori ipotesi che si possano prospettare. Una vicenda che resterà nei libri di storia e servirà come monito per il futuro. Qui abbiamo potere economico che acquistare le persone per sfruttarne le funzioni e dirigerne il voto” aveva detto il pm Alessandro Milita. Oggi il pm Henry Woodcock parlato di “un banale contratto illecito, una questione di vile pecunia, di scambio, di baratto tra soldi e tutto ciò che rientra nella funzione parlamentare”.
Woodcock ha sostenuto che in questa vicenda “i motivi politici rimangono sullo sfondo” e si è soffermato sull’articolo 318 del Codice penale secondo la formulazione fatta nel 2012 in cui si parla di “asservimento” della funzione pubblica.
I legali della difesa sostengono infatti che non può essere applicato in questo caso in quanto emanato in un periodo successivo ai fatti contestati.
Il pm Fabrizio Vanorio ha sottolineato che la sentenza “farà giurisprudenza perchè è il primo caso in cui si affronta il tema della corruzione parlamentare“.
De Gregorio aveva deposto al processo sostenendo che quando non veniva pagato in Aula non ci andava scatenando il panico in Forza Italia.
Lavitola, in alcune dichiarazioni spontanee davanti al giudice, aveva sostenuto di non sapere di essere stato solo il veicolo della corruzione: “Sono stato corriere inconsapevole. Mi si accusa di avere portato mezzo milione di euro a De Gregorio in un pacchettino. Io ho dato questi soldi black (in nero, ndr), ma sono stato solo un postino, non conoscevo la ragione del pagamento”.
In aula a Napoli era stato sentito anche l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi, che in serata ha commentato:“Se ne parlava, ma io non sono mai stato informato, C’erano delle voci, ma, come dissi al giudice, non ne sapevo nulla. Se lo avessi saputo sarei ancora presidente del Consiglio
(da “il Fatto Quotidiano”)
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