POCA VERDURA, POCO SPORT E IL 22% CONSUMA CANNABIS: L’INDAGINE SUI GIOVANI LOMBARDI
HA COINVOLTO 17.000 STUDENTI TRA GLI 11 E I 17 ANNI
Più di un 15enne su cinque (il 22%) in Lombardia ha fatto uso di cannabis almeno una volta. Lo rivela l’ultima edizione dello studio Health Behaviour in School-Aged Children, i cui risultati sono stati diffusi oggi sull’edizione milanese del Corriere della Sera.
Uno dei dati più rilevanti del rapporto riguarda proprio il rapporto dei più giovani con alcol e droghe. Più è ricca la famiglia da cui si proviene, rivela lo studio, più è probabile che i ragazzi bevano. Nella fascia più benestante, il 44% dei 15enni dichiara di essersi ubriacato almeno una volta. Lo studio è stato condotto su un campione ampio: 17mila studenti di 11, 13, 15 e 17 anni, che hanno risposto alle domande di un questionario.
Famiglia e alimentazione
L’80,23% dei giovani intervistati dichiara di avere buoni rapporti con almeno uno dei genitori, con la madre che viene indicata in tutte le fasce d’età come quella che meglio conosce il figlio o la figlia. Una delle aree di indagine dello studio riguarda poi l’alimentazione. Un terzo degli intervistati sostiene di non vedere mai o quasi mai legumi a tavola. Una percentuale che scende all’11% per la frutta, mentre circa il 50% dichiara di mangiare dolci tutti i giorni. C’è poi la questione del peso. Dei 17mila ragazzi lombardi intervistati, il 60% si ritiene grasso o sovrappeso, ma rientra in realtà nel range considerato «normale».
Social e sport
C’è poi il rapporto con i social. Il 37% dei giovani intervistati dice di passarci tre ore o più del proprio tempo libero. Per il 15,94% del campione preso in analisi, le ore passati davanti a pc, tablet o cellulare sono almeno 5. Diminuisce la percentuale di giovani che pratica uno sport almeno una volta alla settimana, mentre il 2,2% dei 15enni intervistati confessa di aver usato medicine almeno una volta nella vita per «sballarsi».
Una questione di status sociale
A incidere sui comportamenti più negativi, come un’alimentazione squilibrata o il maggior tempo trascorso in casa, incide soprattutto il contesto socio-economico. I ragazzi che vivono in condizioni disagiate, spiega il Corriere, sono quelli che sembrano avere più cattive abitudini. L’unico ambito in cui la situazione si ribalta è il consumo di alcol. In questo caso sono i ragazzi delle famiglie più benestanti a far registrare i dati più preoccupanti. Quasi due quindicenni su tre classificati come «status alto» dichiara infatti di aver consumato alcol almeno una volta negli ultimi 30 giorni. Una percentuale che tra i ragazzi più poveri scende al 45%.
(da agenzie)
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