PONTE MORANDI, ANCHE IL MINISTERO SAPEVA
IL PROCURATORE CAPO: “I SENSORI DEL PONTE MORANDI TRANCIATI NEL 2015 MAI PIU’ SOSTITUITI”… NEGLIGENZE NON SOLO DI AUTOSTRADE MA ANCHE DEL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE CHE AVEVA IL COMPITO DI CONTROLLO
Il catalogo del rischio, cioè quel documento che certificava lo stato in cui versava il Ponte Morandi, veniva compilato in base ai segnali che arrivavano dai sensori montati sulla infrastruttura anni prima.
E però quei sistemi non funzionavano più dal 2015, quando sono stati tranciati durante i lavori di manutenzione. Secondo le indagini i sensori di cui si parla e danneggiati, non sono stati mai sostituiti da Aspi.
Neppure quando nel 2017 il professore Carmelo Gentile del Politecnico di Milano aveva suggerito di sostituirli con altri di nuova generazione, più all’avanguardia. La concessionaria aveva programmato l’inserimento dei sistemi di controllo nel progetto di retroffitting (consolidamento delle pile 9 e 10 del ponte) che sarebbe dovuto iniziare nell’autunno del 2018. Troppo tardi: il viadotto è crollato il 14 agosto, due mesi prima.
Lo svela il procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi, all’indomani della notizia pubblicata da Repubblica relativa alla esistenza di quel documento che certificava il “rischio crollo” per il ponte sul Polcevera. La relazione tecnica, compilata nel 2014 e sequestrata lo scorso marzo dalla Guardia di Finanza nella sede di Atlantia, a Roma. Anche se Autostrade ieri in una nota ha precisato che si sarebbe trattato di “rischio teorico”.
E però quel documento sul “rischio crollo”, in cui per la prima volta compare la parola “crollo” per il viadotto genovese, è stato vagliato persino dai consigli di amministrazione di Atlantia e di Autostrade. C’è di più: alle sedute di quest’ultima partecipa un rappresentante del Ministero delle Infrastrutture come membro del Collegio dei Sindaci.
“Ho letto quello che avete letto voi, il contenuto di quello che ho letto è per me inaccettabile. Anche intellettualmente incomprensibile”, dice il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Paola De Micheli, commentando appunto la presenza del Ministero alla riunione del 2015 in cui si evidenziò il rischio per il Ponte Morandi.
Emerge quindi che i vertici del ministero delle Infrastrutture nel 2015 erano a conoscenza del “rischio crollo” per il Ponte Morandi: di quel documento stilato un anno prima, finora segreto ma sequestrato dalla Guardia di Finanza nella sede di Atlantia e di Autostrade.
Alle sedute del consiglio di amministrazione di Aspi partecipa un rappresentante del Mit, membro del Collegio sindacale. E questo organo con il cda ha condiviso “l’indirizzo di rischio basso” per il viadotto genovese, poi crollato il 14 agosto 2018
(da agenzie)
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