POVERETTI, LE PROVANO TUTTE: IL DECRETO DEI SEDICENTI PAESI SICURI È STATO TRASFORMATO DAL GOVERNO IN UN EMENDAMENTO AL DECRETO FLUSSI, UNA MOSSA PER RIDURRE I TEMPI DELL’APPROVAZIONE
LA LEGA PROPONE DI RIVEDERE LA GERARCHIA DELLE LEGGI, PER SANCIRE LA SUPERIORITÀ DI QUELLE ITALIANE SUL DIRITTO EUROPEO. MA FORZA ITALIA FRENA: ALLORA USCITE DALL’EUROPA
Mentre Giorgia Meloni difende a spada tratta il protocollo con l’Albania,, il suo governo e le truppe parlamentari sono in grande agitazione. Il decreto approvato una settimana fa, con cui veniva data forza di legge alla lista dei Paesi sicuri, è stato trasformato ieri in un emendamento al decreto Flussi, ora in discussione alla Camera.
Un blitz che taglia i tempi dell’approvazione e scatena la protesta delle opposizioni, già in agitazione per l’iniziativa annunciata dalla Lega, che vorrebbe «mettere ordine alla gerarchia delle leggi» e limitare, così, le fonti di diritto europee.
Il centrodestra vuole dare a quella lista la forza di una legge per evitare che dai tribunali arrivino nuove sentenze con cui si annullano le procedure di rimpatrio accelerato dei migranti. E con questa trasformazione in emendamento il governo taglia soprattutto i tempi, perché non poteva permettersi di inserire un altro decreto all’interno del calendario dei lavori d’Aula, già sufficientemente congestionato.
Per le opposizioni, però, «così si umiliano le Camere», come sostiene la presidente dei deputati del Pd, Chiara Braga. E le fa eco il capogruppo Dem in Senato, Francesco Boccia, che ritiene le spiegazioni di Ciriani «una presa in giro: in questo modo la destra e il governo mettono la museruola al Parlamento, dopo aver provato a metterla anche ai giudici».
Il clima all’interno del Parlamento era teso fin dalla mattina. Già nelle prime ore Matteo Salvini aveva iniziato ad alzare il tiro contro «i giudici con la bandiera rossa», i magistrati che «fanno politica in tribunale», il tribunale di Bologna che prende «una decisione anti-italiana».
Quando poi il senatore della Lega Claudio Borghi ha proposto di rivedere la gerarchia delle leggi, il centrosinistra ha iniziato a suonare l’allarme. Il partito di Salvini vorrebbe evitare che si ripetano episodi come quello della recente sentenza della Corte di giustizia europea sui Paesi sicuri, attraverso la quale i giudici italiani hanno potuto disapplicare una legge nazionale e annullare il rimpatrio di alcuni migranti, prima a Roma, poi a Bologna (dove si è chiesto di nuovo alla Corte Ue di intervenire). Ma quello del Carroccio è un tentativo «pericoloso» – sottolineano nel centrosinistra – perché «mina l’indipendenza dei poteri».
L’idea, per ora, è di andare verso un «modello tedesco rafforzato», inserendo una clausola che permette di sancire la superiorità della Costituzione su alcune fonti del diritto europeo. Prima ancora delle opposizioni, però, sono gli alleati quelli meno entusiasti. Per Forza Italia, secca: «Tanto vale chiedere l’uscita dall’Europa».
E anche il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, di Fratelli d’Italia, fatica a nascondere le sue perplessità: «Non dobbiamo finire come i Galli di Asterix, impegnati a difendersi da un assedio – dice a La Stampa –. È nello spazio europeo che si afferma il diritto giurisprudenziale italiano. Siamo uno dei Paesi fondatori dell’Unione europea».
(da agenzie)
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