PREVENZIONE CONTAGIO CORONAVIRUS NELLE CARCERI: PER CHI DEVE SCONTARE MENO DI 18 MESI POSSIBILITA’ DETENZIONE DOMICILIARE
NESSUN INDULTO, SOLO APPLICAZIONE DELLA NORMA VOLUTA NEL 2010 DAL CENTRODESTRA … DECIDE IL GIUDICE CASO PER CASO, POSSIBILITA’ APPLICAZIONE BRACCIALETTO ELETTRONICO
Fino ad oggi sono solo duecento i detenuti che hanno ottenuto di poter trascorrere a casa la parte restante della pena, ma potrebbero diventare 6mila. Almeno secondo le cifre diffuse dal ministro Alfonso Bonafede durante il question time sulle misure di prevenzione del contagio da coronavirus all’interno delle carceri.
È una previsione fatta al netto di quelle che saranno poi le valutazioni della magistratura di sorveglianza, ma che supera di molto le prime stime, che ritenevano che il dl avrebbe avuto effetto al più su 3mila detenuti.
L’effettiva possibilità delle persone che hanno una pena residua di al massimo 18 mesi e non hanno commesso reati particolarmente gravi, però, per usare le parole del Guardasigilli, “dipenderà da diversi requisiti e variabili (come per esempio, il domicilio idoneo) che dovranno essere accertati dalla magistratura”.
In Italia, ad oggi, sono 15 i detenuti risultati positivi al Coronavirus, ha spiegato il Guardasigilli. Le carceri preoccupano perchè il contagio potrebbe essere accentuato dagli spazi ridotti. E dal sovraffollamento.
Anche in Francia – dove il problema della presenza di detenuti maggiore alla capienza delle strutture, come spiega Antigone in un report dell’estate 2019, è tutt’altro che sottovalutabile – si punta a far uscire dalle carceri 6mila detenuti, consentendo però la detenzione domiciliare a chi ha ancora da scontare meno di due anni, e non un anno e mezzo come in Italia
(da agenzie)
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