PROCESSO REGENI, IL GUP ACCOGLIE LA RICHIESTA DELLA PROCURA DI ROMA: “ATTI ALLA CONSULTA”
LA CORTE COSTITUZIONALE DOVRA’ ESPRIMERSI SULLA QUESTIONE RELATIVA ALL’ASSENZA DEGLI IMPUTATI PER SUPERARE LA STASI DEL PROCESSO
Il gup di Roma, accogliendo la richiesta della Procura, ha deciso di inviare alla Consulta gli atti del procedimento sulla morte di Giulio Regeni. Il giudice chiede alla Corte Costituzionale di esprimersi sulla questione relativa all’assenza degli imputati, i quattro 007 egiziani, per superare la “stasi” del processo.
La richiesta del procuratore Francesco Lo Voi e dell’aggiunto Sergio Colaiocco riguardava la questione di costituzionalità dell’art. 420 bis del codice di procedura penale in tema di “assenza” dell’accusato, il giudice si è riservato di decidere aggiornando il procedimento al 31 maggio. In particolare la Consulta dovrà decidere sull’articolo così come modificato dalla riforma Cartabia nella parte in cui non prevede che si possa procedere in assenza dell’accusato “nei casi in cui la formale mancata conoscenza del procedimento dipenda dalla mancata assistenza giudiziaria da parte dello Stato di appartenenza o residenza dell’accusato stesso”.
“Non è una storia di famiglia ma è una storia che riguarda la dignità di questo Paese e la sicurezza di tutti i cittadini nel mondo”. Basta avvicinarsi al tribunale di Roma per accorgersi dell’importanza di questa giornata. Lo aveva spiegato chiaramente l’avvocato della famiglia di Regeni, mentre entrava in tribunale insieme ai genitori del ragazzo ucciso ucciso nel 2016 al Cairo, attraversando il sit in organizzato a piazzale Clodio e sottolineando che “oggi si decideranno le sorti di questo processo”.
Fuori dal tribunale sono presenti, tra gli altri, Pif e l’ex presidente della Camera Roberto Fico. Ma è dentro le aule di giustizia che si gioca la partita più importante.
Secondo il procuratore Francesco Lo Voi e l’aggiunto Sergio Colaiocco infatti, le norme che impediscono al procedimento di andare avanti violano la Costituzione e anche una serie di trattati e convenzioni internazionali. L’articolo 420 bis del codice di procedura penale stabilisce infatti che è impossibile arrivare a una sentenza se gli imputati non sono a conoscenza dell’esistenza di un processo a loro carico.
E visto che l’Egitto si rifiuta di notificare gli atti ai quattro agenti dei servizi del Cairo accusati a vario titolo di aver sequestrato, torturato e ucciso il ricercatore italiano, la strada che porta alla verità sulla morte di Giulio Regeni risulta impervia.
Ma tutto ciò, secondo la procura di Roma, viola la Costituzione. Per questo i pm hanno chiesto al giudice di inviare gli atti alla Corte Costituzionale, affinchè esamini la legittimità della norma in questione.
I magistrati romani ritengono infatti che l’articolo 420 bis è contrario alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, alla Dichiarazione sui principi fondamentali di giustizia in favore delle vittime della criminalità e degli abusi di potere, alle convenzioni Onu in materia di terrorismo, corruzione e criminalità organizzata, alle convenzioni della Nato e anche alcuni trattati che obbligano la cooperazione tra Stati e ad almeno 7 articoli della Costituzione, ai principi che regolano la dignità della persona, che riguardano il diritto alla tutela giurisdizionale, che assicurano la pace la giustizia tra le nazioni, quindi la promozione “delle organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”, come recita l’articolo 11, una legge basilare per reprimere a livello internazionale le violazioni dei diritti umani.
(da agenzie)
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