PROCLAMATO LO STATO DI EMERGENZA A POMPEI
SIAMO RIDOTTI DAVVERO MALE… IL PRIMO SITO ARCHEOLOGICO AL MONDO IN PREDA A FURTI, DEGRADO E ABUSIVISMO…I SOLDATI DOVREMMO MANDARLI LI’, ALTRO CHE A PATTUGLIARE LE CITTA’.
Con un provvedimento che non ha precedenti, il Consiglio dei Ministri ha deliberato lo stato di emergenza per gli scavi di Pompei. Si tratta della prima volta in Italia che un sito archeologico viene sottoposto a una deliberazione del genere. Roba da farci vergognare in tutto il mondo: avrà la durata di un anno e si è reso necessario “per il perdurante stato di incuria e degrado in cui versa ormai da molto tempo il sito”. Con una successiva ordinanza il Consiglio dei Ministri nominerà un Commissario straodinario per gli scavi archeologici di Pompei. Il commissario, fermo restando le competenze in materia di tutela da parte del sovraintendente Pietro Guzzo, avrà compiti in materia di ordine, sicurezza pubblica e di controllo dell’attività amministrativa. Speriamo che, dopo anni di abbandono, uno dei siti più noti al mondo (ogni anno si contano 2milioni e mezzo di visitatori) possa ritornare all’antica bellezza, dopo un lungo periodo di malagestione. I problemi da affrontare sono molteplici: le case non aperte al pubblico, i furti e i reperti ancora stipati nei Granai perchè l’Antiquarium è da completare da ben trent’anni, i parcheggiatori abusivi, le guide non autorizzate, le case da recuperare con urgenza, una cartellonistica ormai sbiadita, la mancanza di custodi.
Basti pensare che a Pompei i custodi son ben 300, ma di notte non arrivano a 20.
Le telecamere a circuto interno non coprono a sufficienza, i controlli sono solo teorici, una vergogna. Nel marzo 2007 una colonna di tufo del giardino di Obellio Firmo andò in frantumi, spinta a terra da ignoti e la notizia fece il giro del mondo.
Nessuno ha un patrimonio culturale di tale livello, ma siamo capaci di farci conoscere solo per l’incuria con cui la custodiamo. Esiste poi un unico ristorante per tutti i 440mila metri di antiche vestigie, pure chiuso da tempo perchè i gestori non pagavano l’affitto da anni e la concessione è scaduta. I gestori hanno fatto ricorso al Tar ma la loro istanza è stata bocciata, allora hanno intentato una causa civile alla Sovraintendenza, scegliendo come avvocato l’attuale sindaco di Pompei. In questo intreccio incredibile di interessi, centinaia di migliaia di turisti sono costretti a stare a digiuno sotto il sole cocente di questi mesi estivi. Pensate che non possono neanche acquistare una bevanda alla Casina dell’Aquila che è stata ufficialmente adibita al servizio di ristoro, ma che non può funzionare finchè la vertenza coi vecchi gestori del ristorante non sarà risolta. Pazzie italiane …
Gli scavi di Pompei rappresentano il primo sito archeologico al mondo per numero di visitatori, anche se nei primi sei mesi di quest’anno c’e’ stato un crollo del 12,68% a causa dell’emergenza rifiuti nelle strade campane. L’ anno scorso i visitatori paganti sono stati comunque la bellezza di 2.571.725. Nei primi sei mesi del 2008 siamo arivati a 1.243.839.
Se pensiamo al degrado sopra descritto, alla mancanza di sicurezza, alle pastoie burocratiche, alla figura di merda che stiamo facendo nel mondo, avremmo voluto che il Consiglio dei Ministri avesse mandato 300 uomini dell’Esercito a presidiare il sito e magari 200 uomini della Protezione civile a distribuire cibo e bevande ai turisti stranieri. Altro che pattugliare le strade di notte a Milano e Roma per “l’immagine”.
E poi chi ha causato questa situazione dovrebbe finire 10 anni in galera a monito perenne dei futuri responsabili. E’ così che si tutela la dignità di una nazione: chi sbaglia a questi livelli e crea un danno di milioni di euro allo Stato deve finire in galera.
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