PUTIN SPEDISCE CRIMINALI AL FRONTE. I DETENUTI IN CARCERE POTRANNO ESSERE ARRUOLATI E SPEDITI A COMBATTERE IN UCRAINA
CHI PROVERÀ A FUGGIRE VERRÀ FUCILATO… È L’ULTIMA TROVATA DELLO ZAR CHE È A CORTO DI UOMINI
Come tutti gli altri russi in età militare da ieri anche i detenuti nelle carceri potranno essere arruolati e spediti a combattere in Ucraina, perché il presidente Putin ha firmato una legge che annulla la loro esclusione dalla mobilitazione. Soltanto i condannati per determinati reati come pedofilia, terrorismo, tradimento e traffico di materiale nucleare continueranno a non essere considerati arruolabili.
Si chiude in questo modo il mercato del reclutamento nelle prigioni russe, cominciato a luglio con una campagna del gruppo Wagner, una compagnia privata di mercenari molto vicina al presidente che prometteva ai volontari uno stipendio e l’amnistia in cambio di sei mesi al fronte. L’idea era poi stata seguita dal governo russo ma adesso c’è la legge ufficiale, che mette i prigionieri allo stesso livello di tutti gli altri – con la differenza che non possono scappare all’estero per evitare la guerra come hanno già fatto trecentomila russi.
La legge arriva per supplire in qualche modo alla carenza di combattenti. I detenuti sono soprattutto impiegati sulla linea del fronte del Donbass – che da Luhansk scende giù per centinaia di chilometri fino a Vulhedar nel Donetsk – dove le truppe di Putin tentano tutti i giorni di applicare una pressione forte e contraria all’avanzata ucraina che arriva da ovest, nella speranza di essere loro e non i soldati di Kiev a guadagnare qualche chilometro.
Ogni giorno la manovra è la stessa: i russi escono dalle loro linee fortificate, spingono anche soltanto alcune centinaia di metri e tentano di aprire una breccia nel fronte ucraino. Ogni giorno l’esito è uguale, le sortite finiscono sotto al fuoco e sono ridotte a zero prima che possano raggiungere i nemici. I dati di questi giorni sono paradossali: le posizioni sulla cartina non si spostano ma c’è un eccidio di soldati russi.
Le prime vittime di questa coazione a ripetere del comando russo sono i detenuti, che secondo alcune intercettazioni telefoniche di soldati sono piazzati in prima linea, quella più pericolosa.
(da Repubblica)
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