QUELLO CHE LE GIORGIE NON DICONO
IL DETTO E NON DETTO DELL’ASPIRANTE PREMIER
Quello che le Giorgie non dicono. Perché è lì che sta l’incaglio. Nel non detto, nel non chiarito, nell’espunto (quelli che hanno studiato userebbero “scotomizzato”, che sarebbe quando elimini inconsciamente dalla percezione, e dalla memoria, qualcosa di spiacevole: tipo il fascismo di ieri e di oggi).
Mentre sono tutti convinti che la forza di Giorgia Meloni, premier in pectore del prossimo governo (cosa temuta assieme dai suoi avversari e dai suoi alleati: quando si dice la coincidenza degli opposti…), siano le cose che dice, papale papale, meglio se articolate in semplici elenchi di “sì” e di “no”, come nel celeberrimo discorso a quelli di “Vox” (fulgido esempio di destra gentile e moderata).
Lei stessa ci gioca, ammirevolmente: “do you know?”, chiede ridendo a proposito d’un argomento spinoso assai, la legge 194 sull’aborto. E ha appena detto, quasi sillabandolo, che il suo partito non intende “né a-bo-li-re né mo-di-fi-ca-re la 194”, anzi, solo “applicarla per intero”.
Papale papale. Cosa che, stranamente, sarebbe pure quella che vorrebbero moltissime donne italiane, del Nord e del Sud, che vivono nei territori in cui, ad esempio, ci sono ospedali con il 100 per cento di obiettori (in 11 regioni ce n’è almeno uno: è illuminante, e sconfortante, l’indagine “Mai Dati” di Chiara Lalli e Sonia Montegiove, che rende chiaro perché ad oggi sia pressoché impossibile avere una mappa completa e affidabile dell’applicazione della 194 in tutto il Paese).
Donne che vorrebbero garantito l’accesso all’aborto farmacologico, di gran lunga meno invasivo e traumatico (e persino meno costoso per la sanità)
Quindi, “applicare per intero” starebbe anzitutto nel garantirlo, l’aborto. Come pare non stiano esattamente facendo talune amministrazioni regionali di destra, per esempio.
Ma lei lo ha detto, papale papale, in giorgese stretto: “Non vogliamo abolirla, vogliamo applicarla per intero”. Ahó , e che, non stai a capì? Lascia perdere se l’ “intero” così suona come una beffa, e, semmai, significa l’esatto contrario, anche alla luce della realtà dei fatti e dei dati.
Così come – è appena successo, non è la prima volta – difendere Orban, il vecchio amicone “democraticamente eletto”, è una cosa chiara, papale papale: democratico è chi più voti piglia. Lo avrebbe detto così persino Boskov. Poi non andiamo a spaccare il capello, non andiamo a cercare il non detto: chissenefrega se le minoranze vengono compresse e perseguitate, la stampa zittita, i diritti civili smontati o negati, la condizione femminile peggiorata e riportata indietro di anni (persino con l’appoggio di paradossali “ricerche” sulla… subalternità maschile), e l’aborto, consentito solo in pochissime situazioni, tra cui la gravidanza frutto di violenza o pericolosa per la salute della madre, ora applicato con la clausola del “battito del cuore” (che comunque la si pensi ha un solo intento evidente: colpevolizzare la donna).
Ma non sottilizziamo, non cavilliamo, non facciamo le dolcemente complicate, per favore: ipsa dixit. Per sua vox.
(da Huffingtonpost)
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