“QUESTO MI VUOLE FREGARE”: FINISCE L’IDILLIO TRA SILVIO E MATTEO
“QUELLO PENSA SOLO AL POTERE, DEL PAESE NON GLIENE FREGA NIENTE”: BERLUSCONI CI HA MESSO UN PO’ A CAPIRLO
Per la prima volta, il linguaggio diventa spigoloso. Quando Berlusconi rientra a Grazioli dal colloquio a palazzo Chigi, consegna ai suoi parole sincere: “Questo mi vuole fregare”.
Dove “questo” è Matteo Renzi. Anzi, quel Matteo Renzi che per mesi è stato presente nei ragionamenti del Cavaliere sempre in positivo.
Come un “modello”, una sorta di “erede”, affine nel linguaggio, nei modi, nel decisionismo.
Ora qualcosa si è rotto.
Nel “cerchio attorno al magico” (copyright Maria Rosaria Rossi) l’impressione è che, dopo mesi di sonno, il Cavaliere si sia svegliato.
E cominci a vedere Renzi come un “avversario”, certo non comunista, non ideologico, non trinariciuto, ma pur sempre un avversario cinico e senza scrupoli.
Come da mesi ripete Francesca Pascale, che in un’intervista al Fatto attribuì al premier quella “cattiveria” che, a suo giudizio, Silvio non ha. Ora Berlusconi non si fida.
E questo è l’aspetto cruciale, prima ancora dei punti di disaccordo su questo o quell’aspetto della legge elettorale, siano le soglie, il premio di maggioranza o le liste.
L’incrinatura del rapporto umano, la sensazione che quello che è stato visto come un alleato sia diventato una minaccia. E occorre ricordare, agli amanti del genere, che tutte le più grandi rotture politiche di Berlusconi iniziano con un’incrinatura dei rapporti umani. Accadde con Fini, con Monti, con Alfano.
Quando l’ex premier si ritiene fregato passa da una atteggiamento quasi troppo accomodante a un atteggiamento che, col tempo, diventa quasi troppo aggressivo.
Ed è la seconda frase consegnata ai suoi assai illuminante: “Ho avuto la sensazione che del paese non gliene importa nulla”.
Nel senso che per Berlusconi il tratto dominante del premier, in questa fase, è un disegno di potere.
Un disegno che si articola in tre tappe: ricerca di un incidente parlamentare, voto, elezione del nuovo capo dello Stato grazie a una legge elettorale che gli dà la maggioranza assoluta.
Un disegno che significa una cosa semplice, nella testa del Cavaliere: finchè gli è servito — il suo ragionamento (per far fuori Letta, per andare a palazzo Chigi e tenere a bada i suoi) mi ha usato, ora, ottenuta la legge elettorale, scarica anche me.
Dunque, occorre prendere tempo, per tenere margine negoziale e stare nella trattativa sul prossimo capo dello Stato.
Proprio per prendere tempo, con la scusa della bomba d’acqua che si è abbattuta su Roma è stata rinviata la riunione pomeridiana di tutti i parlamentari azzurri. Se ne riparla la prossima settimana.
Il che significa che slitterà anche il prossimo faccia a faccia con Matteo, visto che Silvio si era congedato dicendo: “Sento i miei e ti faccio sapere”.
Anche perchè a palazzo Grazioli sono convinti che “Matteo sta bluffando” ma non ha una maggioranza alternativa al Nazareno per fare la legge elettorale.
La vera alternativa, dice Berlusconi, è che Renzi punti al voto con il Consultellum, alternativa che non sarebbe una sciagura vista con gli occhi dell’ex premier.
C’è un altro particolare indicativo del cambio di clima. Ed è il “come” l’ex premier ha gestito la “prova di forza” a palazzo Chigi.
Ha voluto fare l’incontro nonostante una parte dei suoi gli consigliassero di non andare perchè “non voglio dare l’impressione di uno che fugge”. E ha voluto manifestare in faccia a Renzi le sue perplessità sulla legge elettorale.
Non solo. Ha portato con sè i fautori dell’accordo subito con Renzi, ovvero Denis Verdini e Gianni Letta. Fino all’ingresso i due non hanno fatto altro che ripetere: “Mi raccomando, Silvio, dì le cose che abbiamo messo a punto, una rottura sarebbe fatale”.
Entrato, Berlusconi — senza tanti convenevoli, senza parlare di Milan o di figli — ha recitato una spartito opposto a quello preparato.
Andando di testa sua.
Di amori nelle ultime 48 ore ne sono finiti tanti, da quello con Renzi, a quello con Verdini.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply