RAI E MEDIASET, TAGLI AI TG E ACCORPAMENTO DELLE REDAZIONI
LA RIORGANIZZAZIONE DELL’INFORMAZIONE ITALIANA IN STILE BBC
La parola d’ordine è “riorganizzazione”.
Non solo negli assetti editoriali, dove il rilevamento dell’Unità pare essere diventata, secondo le ultime indiscrezioni, una corsa a due: da una parte il gruppo finanziario Sator guidato da Matteo Arpe, dall’altra il quotidiano online Lettera 43.
La vera e propria rivoluzione che sta interessando il sistema informativo italiano passa soprattutto per la televisione e investe i due principali contendenti: la Rai e Mediaset.
Il motivo pare essere, neanche troppo nascostamente, lo stesso per entrambi: accorpamento delle risorse per favorire il risparmio ed evitare inutili sperperi.
Tuttavia, sia il direttore del Tg5 Clemente Mimun, sia il dg della Rai Luigi Gubitosi dicono di tendere alla “modernizzazione”, all’ottimizzazione del “passaggio al digitale”, con un occhio al modello anglosassone, alla Bbc in particolare.
Insomma, nessun ribasso nell’offerta, anzi.
“Un cambiamento strutturale, ma non formale, non estetico. La nostra idea si basa su una semplificazione produttiva e sulla specializzazione delle testate”, ha detto Gubitosi in una recente intervista a L’Espresso.
E dopo l’annuncio di Gubitosi che ha promesso accorpamenti massicci e una unica redazione a fornire servizi per i telegiornali di tutte le reti, arriva anche quello di Mimun.
Mediaset, infatti, ha deciso di rivedere il suo gioiello, il Tg5. La rinascita del Biscione passa attraverso una data: 8 settembre.
Quel giorno, secondo quanto annunciato da Mimun e secondo quanto riporta Aldo Fontanarosa su La Repubblica, molti giornalisti del Tg5 (per la precisione 19, di cronaca e di esteri), passeranno alla redazione di News Mediaset, l’agenzia interna al gruppo, “fabbrica comune dei servizi giornalistici per tutte le testate di Mediaset”.
Anche in questo caso, lo scopo è ottimizzare le risorse: “Le mie scelte dolorose per tutti, sono basate esclusivamente sui numeri aziendali e le esigenze del giornale”, specifica il direttore del Tg5.
E se il cdr è già sul è piede di guerra e chiede il ripensamento delle scelte editoriali, Mimun va avanti per la sua strada che passa anche per il ridimensionamento del canale all news – TgCom24 – che offrirà dirette proprie solo per 10 ore al giorno: dalle 8.55 alle 19:05.
Lo schema ricalca di fatto quello messo a punto dal dg della Rai, si diceva.
Mentre si assiste al “valzer delle poltrone”, con Giovanni Floris che lascia la guida di Ballarò per trasferirsi nelle sedi de la Cairo Communication e l’ormai ex vice direttore de La Repubblica Massimo Giannini a prendere il suo posto, infatti, nella televisione pubblica italiana si pensa agli accorpamenti, con la riduzione delle testate giornalistiche televisive dalle attuali sette a due sole: Rai Sport per i notiziari sportivi, e poi Rai Informazione con quest’ultima a fare da testata responsabile per la realizzazione dei servizi per tutti i canali tv e il web del gruppo.
“Una sola testata per tutti i canali”, con un risparmio di circa il 20% nelle casse del servizio pubblico televisivo. Ma non solo.
Saranno eliminate alcune edizioni dei telegiornali. “Su RaiUno, RaiDue e RaiTre saranno mantenute solo “le edizioni principali dei tg” e proprio la prima rete pagherà il prezzo più alto. Oggi offre 4 edizioni lunghe (tutte salve) e 8 brevi (invece da ridimensionare). Nessun canale europeo propone 12 notiziari al giorno”, spiega Aldo Fontanarosa su La Repubblica.
Ma la vera rivoluzione del “15 dicembre”, secondo il piano Gubitosi, è la nascita di due Newsroom: la prima unirà le redazioni di Tg1, Tg2 e Rai Parlamento.
Tutti i marchi storici saranno salvati (a partire da Tg1, Tg2 e Tg3) mentre le forze giornalistiche verranno unificate.
La seconda Newsroom porterà “un’evoluzione dell’all news integrando offerta nazionale, internazionale e locale”, ha spiegato il dg.
(da “Huffingtonpost”)
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