REFERENDUM, I PUNTI IN COMUNE DEL SI’ CON IL PROGRAMMA DEL PDL DEL 2013: MA ALLORA PERCHE’ UNO DOVREBBE VOTARE NO?
IL COMITATO PD USA BERLUSCONI PER PROMUOVERE IL SI’ ED ESPLODE LA POLEMICA… MA LE ANALOGIE CI SONO ANCHE CON LE PROPOSTE DEL M5S
Il titolo dell’articolo sul sito “bastaunsi.it” non lascia spazio a molte fantasie: “I punti in comune tra riforma costituzionale e programma del Pdl 2013”.
L’intento della campagna della maggioranza del Pd è chiaro — come spiegato in altri ambiti anche da Matteo Renzi, cioè conquistare voti a destra — ma, una titolazione così netta e con il simbolo del vecchio partito di Silvio Berlusconi che campeggia, rischia di trasformarsi in uno spot alla rovescia.
Soprattutto alla luce del marasma interno al partito, con la sinistra interna di Pierluigi Bersani che ha annunciato di votare No.
I punti di contatto tra quanto prospettato dal Popolo della Libertà tre anni fa e dal governo adesso, secondo il comitato per il Sì del Pd, sono diversi.
La riforma risponderebbe al capitolo del programma del centrodestra “Istituzioni adeguate e moderne favoriscono lo sviluppo del Paese”.
Nello specifico, il Pdl proponeva “riforma del bicameralismo, Senato federale, dimezzamento del numero dei parlamentari e delle altre rappresentanze elettive”; “Revisione dei regolamenti parlamentari e snellimento delle procedure legislative, con tempi certi per l’approvazione delle Leggi”; “Abolizione delle Province tramite modifica costituzionale”.
Nell’articolo si aggiunge che è “interessante notare come nel programma di partiti di ogni colore siano presenti gli stessi punti portati avanti da questa riforma costituzionale”.
Infatti giorni fa il sito pubblicò un articolo simile ma con le analogie tra la modifica costituzionale varata dalla maggioranza e quella dei M5S.
“La riforma promuove alcuni punti che sembrano ispirati al programma presentato alle elezioni politiche del 2013 proprio dal movimento di Grillo”, c’era scritto.
Solo che l’accostamento con il vecchio Pdl fa molto più rumore.
Polemica su Twitter l’eurodeputata di Possibile Elly Schlein, fuoriuscita del Pd: “Siamo di fronte al tipico fail di chi vuole rivolgersi a tutti, dimenticando che dovrebbe rappresentare qualcuno…”
(da “La Repubblica”)
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