REGIONALI LAZIO, FDI E LA CANDIDATA IN AFFARI CON LA MAFIA DI ANZIO
“HA AIUTATO SOGGETTI CONTROINDICATI”
“Io sono Laura, sempre dalla parte della legalità”. Lo ha assicurato ieri l’ex assessora comunale di Anzio, Laura Nolfi, riprendendo ancora una volta l’ormai noto slogan “Io sono Giorgia” e presentando la sua candidatura a consigliera regionale di FdI presso la sala congressi Spazio 900, a Roma.
Una candidatura portata avanti insieme a quella del consigliere uscente Massimiliano Maselli, con la benedizione del deputato Luciano Ciocchetti e che sempre ieri è stata sostenuta anche dal ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida e dalla deputata Chiara Colosimo.
L’ex amministratrice, che è opportuno sottolineare non risulta indagata, è la stessa che il ministro dell’interno Matteo Piantedosi, chiedendo e ottenendo lo scioglimento per mafia del consiglio comunale di Anzio, ha portato come esempio di “alcune scelte operate dall’amministrazione locale” che avrebbero “generato occasioni di guadagno per alcuni amministratori locali, per i loro familiari e per soggetti controindicati”.
Intendendo con quest’ultimi i mafiosi.
Un particolare che sembra non pesare per FdI, nonostante sia stato proprio il Governo Meloni a staccare la spina ai Comuni di Anzio e Nettuno, battendo su “una fitta trama di relazioni tra consorterie criminali e amministrazione locale” e sull’esistenza “di uno stabile rapporto personale e di interesse tra alcuni componenti la giunta comunale ed esponenti di rilievo del locale clan mafioso”.
Il centrodestra dovrebbe ufficializzare oggi il nome del candidato presidente della Regione Lazio, ma da fine settembre Laura Nolfi, passata da FI a Fratelli d’Italia, è in campagna elettorale come candidata consigliera regionale per FdI.
“Sono Laura Nolfi, sono una politica onesta e sarò sempre dalla vostra parte”, ha dichiarato ieri. “C’è un popolo intorno al nostro progetto che parte dai territori per cambiare tutto nella nostra Regione – ha aggiunto – a partire dal sistema sanitario, dall’economia del mare, dall’assistenza alle persone fragili, dal sistema dei trasporti”.
Proprio sull’economia del mare, ad Anzio, Piantedosi ha puntato il dito contro una delibera di giunta del 2017, con la quale si autorizzavano temporaneamente i titolari dei chioschi per la vendita di giornali posti a ridosso del demanio marittimo all’esercizio anche della somministrazione di prodotti alimentari. “La modifica della precedente autorizzazione commerciale ha riguardato anche una concessione demaniale – ha specificato – acquisita in subingresso nell’aprile del 2018 da un nuovo titolare, stretto parente di un assessore comunale, concessione trasformata nel maggio 2019 in esercizio di somministrazione di cibi e bevande”. Lo stretto parente è la madre della Nolfi.
E il ministro ha precisato che “circa un anno dopo l’autorizzazione al cambio di scopo della concessione demaniale, la relativa licenza è stata venduta, con molto profitto rispetto all’investimento iniziale, ad una società il cui socio di maggioranza è risultato avere rapporti personali con un soggetto di elevata caratura notoriamente inserito nel contesto criminale locale, concessione a sua volta data in gestione ad altro operatore avente stretti legami con un partecipe di primo piano dell’associazione di matrice ‘ndranghetista operante ad Anzio”
Il 6 agosto 2021, commentando sui social il videomessaggio di Carlo Verdone su Anzio, il marito della Nolfi ha scritto: “Che botta! Grazie Carlo Verdone, tu di cultura te ne intendi! Davide Perronace ‘A trigghia no ‘ a mangia cu’ ‘a pigghia”. Davide Perronace è uno dei presunti esponenti della locale di ‘ndrangheta costituita ad Anzio, al centro dell’inchiesta “Tritone”. E 8 giorno dopo, sempre sui social, il marito dell’ex assessora chiamava Perronace “compà”.
(da La Repubblica)
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