RENZI NON LA RACCONTA GIUSTA
DELLAI, GITTI E QUEL COLLOQUIO CON IL SEGRETARIO DEL PD
Matteo Renzi è circondato e confuso da troppi questuanti e baciatori di pantofola? L’ipotesi è di Lorenzo Dellai, dei Popolari per l’Italia.
Ecco il suo tweet integrale di ieri pomeriggio: «A forza di questuanti e baciatori di pantofola forse Matteo Renzi non distingue chi chiede posti da chi chiede una legge elettorale migliore».
Frase tagliente per un uomo suadente come Dellai, che (peraltro) fu ideatore della Margherita, nella quale Renzi militò.
Fatto sta che Renzi ieri in una intervista a Repubblica ha raccontato: «L’altro giorno nella mia stanza è venuto il capogruppo di Italia popolare, una persona perbene come Dellai. Con lui si è presentato un deputato del suo schieramento e mi ha detto: “Se volete il nostro accordo, a noi cosa date?”. Gli ho chiesto di uscire dalla stanza. Siamo al governo del Paese, non al mercato del bestiame».
A parte che Italia popolare è un’altra cosa dai Popolari per l’Italia, la caccia al misterioso deputato che era con Dellai dura poco, perchè lì quel giorno, giovedì 30 gennaio, c’era Gregorio Gitti, bresciano, che ora dice: «Sono impressionato, come avvocato e professore universitario. Evidentemente la politica ha sempre bisogno di una sceneggiatura…».
Allora, com’è andata? «Innanzitutto, ci aveva chiamati Renzi. Era preoccupato per le pregiudiziali di costituzionalità che avevamo presentato sulla legge elettorale».
C’è stato un confronto, poi Gitti ricorda di aver chiesto quali aperture alle modifiche della legge poteva fare Renzi, se le pregiudiziali fossero state ritirate.
Dellai ricorda che erano tutti già in piedi, sul punto di salutarsi, e Gitti chiese: cosa potete dare in cambio se ritiriamo le pregiudiziali?
Secondo Gitti, Renzi disse: «È impossibile modificare la legge». Secondo Dellai, disse: «Non sono disponibile a questo discorso».
Gitti e Dellai testimoniano che non ci fu alcuna richiesta di uscire dalla stanza. «Non avrei consentito che Gitti fosse messo alla porta», assicura Dellai.
Poche ore dopo, il ministro Delrio, che affiancava Renzi quel giorno, diede alla agenzie una dichiarazione secondo cui l’incontro con Dellai era stato «proficuo e collaborativo».
Le pregiudiziali di incostituzionalità di Dellai e Gitti furono poi ritirate, ma solo «perchè avrebbero rischiato di mettere in difficoltà il governo».
(da “il Corriere della Sera“)
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