RENZI SCAPPA, NON VA PIU’ A NAPOLI PER PAURA DELLE PERNACCHIE
ANNULLATA LA VISITA SENZA UNA MOTIVAZIONE UFFICALE: LO ASPETTAVANO I COMITATI CIVICI “NO RENZI”… STAVOLTA NON AVREBBE POTUTO SOSTENERE CHE SI TRATTAVA DEI SINDACATI CATTIVI
A Napoli il 7 novembre è cerchiato di rosso sul calendario, inutilmente.
Venerdì era in programma la visita del presidente del Consiglio Matteo Renzi: il premier l’aveva annunciato il 14 agosto scorso nel suo tour nel Sud Italia quando cercò di portare un po’ del suo ottimismo: gli toccarono invece piccole contestazioni a Napoli, un sit-in davanti alla Prefettura di Reggio Calabria, gli operai dell’Eni a Gela, altre piccole manifestazioni a Termini Imerese.
Un Meridione amaro per il premier, ma che non lo scoraggiò dal fare nuovi annunci.
In particolare promise di ritornare a Napoli e a Bagnoli: “Torneremo il 7 novembre per fare il punto sulla situazione, saremo a Napoli e al Sud per continuare il nostro lavoro”. Promessa mancata perchè, confermano da Palazzo Chigi, il premier non tornerà per il momento nella città partenopea.
Dalla presidenza del Consiglio non è arrivata nessuna spiegazione sul perchè Renzi abbia dato forfait.
Certo è che in molti aspettavano la visita del premier, soprattutto per fargli presente che a Napoli il capitolo “Bagnoli” contenuto nello Sblocca-Italia (in Parlamento in attesa della conversione in legge) non è molto ben visto.
La rete dei movimenti civici e sociali campana, centri sociali e gruppi ambientalisti erano già pronti alla mobilitazione, cortei e manifestazioni già in programmazione, la contestazione dietro l’angolo.
Nel decreto infatti è previsto il commissariamento dell’area ex Italsider: “Come è noto nell’articolo 33 di detto decreto è previsto l’esautoramento autoritario dell’ente Comune dalla gestione dei suoli riguardanti il futuro urbanistico/territoriale di Bagnoli e l’imposizione di un (ennesimo) Commissario governativo che potrà operare in spregio a tutte le norme generali di tutela ambientale e fuori dai vincoli contenuti nel vigente Piano Regolatore”, scrivono i comitati.
“Una riproposizione, quindi, della logica del commissariamento che proprio a Napoli ed in Campania ha prodotto, in diversi comparti, enormi disastri ed una profonda involuzione autoritaria nella ordinaria legislazione”.
Tradotto, la paura di cittadini e associazioni è che, con il commissariamento, si continui a incidere negativamente su un territorio già storicamente vessato dalla sconsideratezza industriale, in spregio alle norme che tutelano il territorio. Ben 160 sono le associazioni che si sono organizzate per protestare contro il presidente del Consiglio e il decreto Sblocca Italia, e che in rete sono confluite sotto l’hashtag #7Novembre
Nessuna motivazione ufficiale, ma c’è chi non impiega molto ad annodare i due fili, quelli del corteo anti-Renzi e dell’annullamento della visita.
Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris parla di “tradimento” del premier: “Il presidente Renzi ha tradito Napoli dal punto di vista istituzionale, ha tradito la città e il suo sindaco che lo scorso 14 agosto aveva firmato un accordo che il presidente si è rimangiato”. Secondo il primo cittadino di Napoli, tuttavia, c’è ancora tempo “per rimediare”.
Per ora, di certo, c’è solo la promessa mancata del premier.
E la fuga da vile di fronte agli impegni presi.
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