RICCIARDI SI ESPRIME A FAVORE DEL NUTRISCORE, INSORGONO I LOBBISTI DEGLI ALIMENTI
SI TRATTA DI UN SISTEMA EUROPEO DI ETICHETTATURA CHE SEGNALA LA PRESENZA DI ZUCCHERI, GRASSI E SALE NEI CIBI… APRITI CIELO, ARRIVANO I SOVRANISTI DELLA “DIETA MEDITERRANEA”
Può un consulente del Governo sostenere un appello pubblico che esprime una posizione diametralmente opposta a quella del Governo per cui lavora?
È l’accusa piovuta sul consigliere del ministero della Salute Walter Ricciardi, finito al centro della polemica per il suo sostegno al sistema di etichettatura Nutriscore che rischia ora di lasciare una profonda ferita nel Governo Draghi.
C’è infatti la firma del professore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, consulente sia di questo esecutivo sia del precedente, sotto l’appello di quasi 280 scienziati europei per l’introduzione nell’Ue del cosiddetto Nutriscore, un sistema di etichettatura dei cibi “a semaforo” proposto dalla Francia e supportata da Bruxelles ma fortemente osteggiato da alcuni Paesi, Italia in testa.
Al di là della disputa scientifica quello del consulente alla Salute è un appoggio dal tempismo beffardo visto che proprio oggi il ministro delle Politiche agricole alimentari Stefano Patuanelli è andato in Commissione Agricoltura alla Camera per illustrare le sue linee programmatiche senza peccare di chiarezza: “Il sistema a semaforo Nutriscore è inconcepibile, ingiustificato e inaccettabile. Il Nutriscore è un pericolo reale che potrebbe compromettere il sistema agroalimentare italiano”.
La posizione del consulente del ministero della Salute, nota da tempo, è diventata un caso nel Governo. Italia Viva, per voce della deputata Maria Chiara Gadda, ha attaccato: “Come può Ricciardi, consulente di Speranza, firmare un appello contro l’Italia e tacciare il governo di becero lobbismo?”.
Chi ci va giù ancora più duro è la Lega con Matteo Salvini che ha chiesto la testa dell’ex presidente dell’Iss: “Se è vero che il consulente del ministro della Salute Walter Ricciardi ha firmato un appello francese in favore del Nutriscore (con i “semafori” che penalizzano la dieta mediterranea). ”È grave”, gli fa eco Gian Marco Centinaio, sottosegretario leghista all’Agricoltura: “Così si accusano i ministri italiani di lobbismo”. E infatti è la verità .
“Tutte le opinioni personali sono rispettabili, ma la prudenza dovrebbe essere d’obbligo quando si riveste la carica di consigliere del ministro della Salute”, ha dichiarato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura. “Il professor Ricciardi è senz’altro al corrente che l’Italia è assolutamente contraria al sistema Nutriscore perchè penalizza la dieta mediterranea”
“Bisogna fermare con urgenza l’attacco al prodotti alimentari nazionali perchè il rischio del via libera all’etichetta Nutriscore mette in pericolo 46,1 miliardi di esportazioni agroalimentari italiane del 2020”, ha aggiunto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
Di cosa si tratta? Nel maggio 2020 Bruxelles ha annunciato per la fine del 2022 l’introduzione di un nuovo sistema di etichettatura nutrizionale obbligatoria nella parte anteriore delle confezioni per aiutare i consumatori nel compiere scelte alimentari sane. Da tempo sembra sia nato un largo consenso intorno alla proposta francese del Nutriscore, un sistema “a semaforo” che assegna un bollino dal verde al rosso in base alla presenza di zuccheri, grassi o sale nei cibi e già in uso in diversi Paesi europei. Facciamo qualche esempio: l’etichetta “nutri-score” assegna al parmigiano reggiano il bollino arancione (D): un giudizio critico, senza appello, che punta il dito sulla quantità assoluta di grassi presenti nell’alimento.
Per non parlare poi della mozzarella di bufala, o dell’olio extravergine di oliva, classificato anch’esso con il bollino arancione (D).
Dal canto suo l’Italia ha avanzato una proposta alternativa, il cosiddetto “sistema a batteria”, con cui viene rappresentata una batteria senza l’uso di colori che connotano il prodotto indicando al contempo sia la quantità esatta di energia, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale sia la quantità di assunzione giornaliera raccomandata e da non superare.
(da “Huffingtonpost”)
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