ROMA, IL CENTRODESTRA RIPARTE DA PORTA A PORTA: UNA MAGISTRATA PER NON TROVARSI, ALMENO UNA VOLTA, NELLA PARTE DI IMPUTATI
LA SCELTA SUL CANDIDATO SINDACO PARE INDIRIZZATA SU SIMONETTA MATONE, GIUDICE NOTA AL PUBBLICO TV, PER LE SUE OSPITATE DA VESPA… SCARICATA A SUO TEMPO DALLA CARFAGNA ALLE PARI OPPORTUNUITA’, HA LAVORATO CON LA MOGLIE DEL CONDUTTORE TV ALL’UFFICIO LEGISLATIVO DEL MINISTERO
Mentre Fratelli d’Italia a Roma comunica che “Fabio Rampelli è pronto a correre”, non è chiaro se per fare il sindaco di Roma o per la maratona, dagli ambienti di centrodestra della Capitale emerge il nome “segretato” su cui si potrebbe raggiungere l’unità : si tratta di Simonetta Matone, giudice nota al pubblico per le sue numerose ospitate alla trasmissione Porta a Porta.
In tempi non sospetti L’Espresso l’aveva soprannominata “Simonetta in Vespa” in un graffiante articolo in cui si diceva:
“Simonetta Matone, la giudice minorile che ravviva (si fa per dire) l’arredamento di “Porta a Porta” nelle puntate horror sui delitti di Cogne, Garlasco, Erba, Perugia e Avetrana, trasloca. Scaricata da Mara Carfagna, che nel 2008 l’aveva ingaggiata come capogabinetto al ministero delle Pari opportunità , ha subito trovato occupazione al ministero della Giustizia, presso l’ufficio legislativo diretto dall’amica del cuore Augusta Iannini, moglie di Bruno Vespa. Il cerchio si chiude, tutto in famiglia. Come sempre in questi casi, il Csm ha dato il via libera all’incarico “fuori ruolo”, senza porsi alcun problema di opportunità e di conflitto d’interessi. Eppure sembra che persino la Carfagna, come riferisce il “Corriere della Sera”, avesse trovato da ridire sulle troppe comparsate Tv della Matone, ritenendo poco compatibile con l’incarico ministeriale il ruolo di spalla del Crepet e della Palombelli di turno. “
E si chiedeva:
“È opportuno che quel giudice, ospite pressochè fisso nel programma di Vespa, vada a lavorare nell’ufficio guidato da sua moglie? A che titolo la signora, che resta pur sempre in forze alla corporazione togata, continua a pontificare in tv sulle indagini e sui processi altrui?
Quello che colpisce, in effetti, della Matone è la sua carriera.
Il giudice l’ha fatto dall’81 all’82 a Lecco, dall’83 all’86 a Roma, poi è diventata capo della Segreteria del ministro Vassalli.
Il primo collocamento fuori ruolo di Simonetta Matone risale al 1987e dura fino al 1991.
Poi nuovamente collocata fuori ruolo nel 2008 per rivestire l’incarico di capo di Gabinetto presso il ministero delle Pari Opportunità con il ministro Mara Carfagna, fino al 2015.
In questo periodo la Matone ha sempre ricoperto incarichi al ministero della Giustizia, dall’Ufficio legislativo a vice al Dap, fino al più recente ruolo di capo degli Affari di Giustizia.
A gennaio 2015 rientra in magistratura come neosostituto procuratore generale presso la Corte di Appello di Roma.
Un rientro al lavoro tra i togati decretato a seguito della norma che ha stabilito il limite dei dieci anni di attività fuori ruolo come arco temporale massimo per altre esperienze professionali lontane dai banchi del potere giudiziario. Esperienze che non hanno escluso le sue note partecipazioni televisive.
Ora, appena rientrata, rieccola probabile candidato sindaco del centrodestra nella Capitale per mancanza di alternative.
Se non altro, per una volta, il centrodestra potrà sedersi nei posti riservati ai giudici e non tra quelli degli imputati.
Fermo restando le ospitate a Porta a Porta, dove è di casa.
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