ROMA, IN MIGLIAIA AL VIMINALE ALLA MANIFESTAZIONE “CONTRO LE MANGANELLATE”
GLI STUDENTI: “PIANTEDOSI DIMETTITI”… LA COLONNA SONORA E’ “CASA MIA” DI GHABLI… CHIESTE LE DIMISSIONI DEL MINISTRO DEGLI INTERNI
Bandiere della pace si alternano a quelle della Palestina mentre alle casse risuona il brano «Casa mia» presentato da Ghali al Festival di Sanremo. Davanti al Teatro dell’Opera, a pochi passi dal Viminale, a Roma, è iniziata la manifestazione «contro le manganellate» indetta dalla Rete degli studenti medi del Lazio per protestare contro i fatti di Pisa, Firenze e Catania. Palazzo superprotetto, con decine di agenti schierati e almeno 6 blindati, ma tutti a debita distanza dai manifestanti.
«Dimissioni, dimissioni, dimissioni…» urlano i manifestanti, che più volte hanno intonato «Bella Ciao». E dopo quasi un’ora di sit-in gli animi si scaldano e in tanti iniziano a chiedere di muoversi verso il Viminale: «Corteo! Corteo! Corteo!» chiedono in coro.
«Siamo qui per esprimere solidarietà per gli studenti aggrediti, ma soprattutto per dire che è un diritto essere liberi di essere in disaccordo con lo Stato», dice Miriam Giummo, responsabile dell’organizzazione Sinistra Universitaria, presente in piazza insieme alle altre sigle di collettivi studenteschi.
Oltre 2 mila i ragazzi presenti al sit-in, universitari e liceali, insieme «contro le manganellate» e per chiedere le dimissioni del ministro degli Interni Matteo Piantedosi: «Dimettiti!», si legge sui tanti cartelli dei manifestanti in risposta alle cariche della polizia sui ragazzi che nei giorni scorsi hanno marciato nei cortei pro Palestina di Pisa, Firenze e Catania.
Ad appoggiare con la loro presenza la presa di posizione degli studenti sono arrivati Giuseppe Conte, presidente del M5s, che avverte: «Al ministro dell’Interno abbiamo chiesto un’informativa urgente ma non vorrei scaricare sul singolo quella che è una responsabilità collettiva del governo, questo clima repressivo. E le dichiarazioni di esponenti di maggioranza lo confermano». C’è anche Nicola Zingaretti, deputato Pd ex governatore della Regione Lazio, che dice: «Noi e le forze dell’ordine, in ruoli diversi, abbiamo lo stesso compito: difendere la Costituzione, la libertà e la democrazia. Per questo denunciamo chi sbaglia, chi viola quei valori e chiediamo di chi è la responsabilità perché deve rispondere non a un partito ma alla Costituzione. Noi attendiamo in tempi brevissimi di capire cosa è successo. A chi dice che la colpa è della sinistra io rispondo che l’amarezza sta nel fatto che i miei colleghi del centrodestra non sono qui a difendere i valori costituzionali che prevedono libertà e democrazia».
Appello degli studenti: «Tutti in piazza»
«Non tolleriamo un Governo che utilizza metodi violenti e di repressione nei confronti di chi manifesta pacificamente. Se chi vuole mandare messaggi di pace viene manganellato e se non si può manifestare, non è democrazia – scrive l’Udu Roma sui suoi profili social -. Saremo in piazza contro questo Governo, vogliamo le dimissioni di Piantedosi, perché gli studenti non possono essere manganellati, perché chi mette in pericolo, chi reprime, chi manganella, non può essere al Governo. Facciamo appello a tutti gli studenti, ai lavoratori, a tutti. Scendete in piazza insieme a noi!»
Le adesioni, dal Pd al M5s
Ad annunciare l’adesione alla protesta diversi esponenti di Pd, Avs, M5s, Anpi, Arci Roma e Cgil Roma e Lazio. Dal segretario Pd di Roma Enzo Foschi, che ha commentato «le immagini della vergogna» con «studenti e studentesse manganellati in maniera feroce» e ha rilanciato sui propri canali social il volantino della manifestazione in piazza Gigli aggiungendo «noi ci saremo». A Francesco Silvestri, capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, che scrive: «Il silenzio sulle cariche ai manifestanti da parte della presidente Meloni rappresenta un segnale terribile, irricevibile, così come l’operato del ministro Piantedosi, le cui dimissioni dovrebbero essere scontate. Chi ha dato l’ordine di colpire dei quindicenni inermi, non solo non ha le qualità necessarie per svolgere il proprio lavoro, ma disonora anche tutte quelle forze dell’ordine che lo svolgono diligentemente». E anche l’Anpi, con il suo presidente nazionale Gianfranco Pagliarulo, ha dichiarato che «Piantedosi deve rispondere» per i fatti di Pisa.
Gli attori condividono il post di Mattarella
E mentre le opposizioni si agganciano alle parole del presidente per sollecitare la premier Giorgia Meloni a uscire dal silenzio e il ministro Piantedosi a dimettersi, è partita l’ondata di condivisioni social del messaggio diffuso dal Quirinale. Da Claudia Gerini a Gabirele Muccino, da Anna Foglietta a Luca Zingaretti, è lunga la lista di attori e registi che nelle ultime ore hanno postato il richiamo categorico di Mattarella a Piantedosi. Tra i tanti anche Michela Giraud, Carlotta Ferlazzo Natoli, Catena Fiorello, Patrizia Pellegrini, Vittoria Puccini.
(da Il Corriere della Sera)
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