SALVINI FALLISCE IL TENTATIVO DI TIRARE BONOMI NEL FRONTE ANTI-GOVERNO
VA MALE L’INCONTRO TRA IL LEGHISTA E IL CAPO DI CONFINDUSTRIA: BONOMI NON AMA I SOVRANISTI, E’ CONVINTO EUROPEISTA E A FAVORE DEL MES… E PREFERISCE PARLARE CON ZAIA E GIORGETTI CHE CON SALVINI
Doveva restare un incontro riservato perchè pensato come una riunione di routine, una delle tante che Confindustria tiene solitamente con tutti i partiti. Un momento di confronto, uno scambio di idee, tra l’altro nell’ambito di quel Patto per l’Italia che Carlo Bonomi ha rilanciato appena quattro giorni fa nel confronto in video con il segretario della Cgil Maurizio Landini.
E invece poco prima di mezzogiorno, la Lega decide di rendere noto alla stampa l’incontro avvenuto in mattinata tra Matteo Salvini, accompagnato da una delegazione del partito capeggiata da Claudio Borghi, e i vertici dell’associazione degli industriali. Parte così il tentativo del leader del Carroccio di tirare Bonomi nel fronte anti Governo.
Salvini e i suoi fedelissimi di partito arrivano al quartiere generale di Confindustria di buon mattino. Sul tavolo intorno a cui siedono Bonomi e il direttore generale Francesca Mariotti, i rappresentanti della Lega mettono una serie di slide e di documenti che contengono grafici e soluzioni per provare a dare una sterzata a un’economia tramortita dall’emergenza Covid. Si parla di posti di lavoro, di produzione industriale, ma soprattutto di manovra. E non è un caso se l’accento dei leghisti finisce proprio sulla legge di bilancio. Perchè è su questo fronte che gli industriali, a tutti i livelli – dal cervellone di viale dell’Astronomia alle territoriali – hanno ritirato fuori una forte contrarietà nei confronti delle misure adottate dal Governo.
Dopo un mese di sostanziale calma, negli ultimi giorni la temperatura dei rapporti tra Confindustria e l’esecutivo è tornata a surriscaldarsi. Dopo averla definita una manovra “ancora di emergenza, e non di ripartenza” il 20 ottobre, Bonomi è tornato a parlare del provvedimento una settimana fa, ponendo l’accento sulla necessità di non spegnere la discussione in Parlamento con tempi ultra contingentati.
E appena martedì Marco Bonometti, il presidente di Confindustria Lombardia, è andato giù duro affermando che nella manovra ci sono “troppe mancette” e che così “non c’è crescita”. Bonometti non è uno dei tanti presidenti delle articolazioni regionali di Confindustria. È la voce di una delle quattro Regioni del Nord che conta di più in termini di Pil: insieme al Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte, tira su il 45% della ricchezza del Paese.
Da quando è scoppiata la pandemia, il fronte confindustriale del Nord è solitamente più acceso nei toni e più intransigente nelle rivendicazioni perchè il virus ha messo in ginocchio soprattutto quell’area del Paese, anche con la seconda ondata. Al di là delle differenze, l’atteggiamento di Confindustria nei confronti del Governo è tornato guardingo. Non oltranzista anche perchè il momento delicato che sta attraversando l’Italia spinge l’associazione degli industriali a cercare di tirare tutti – dai sindacati ai partiti di opposizione – dentro a un progetto di unità nazionale.
Al tavolo del confronto, la manovra è il tema che più avvicina Confindustria e la Lega, ma è un punto di contatto che non ha la forza di generare un asse in chiave anti Governo. Tutt’altro. Dopo l’incontro Salvini festeggia l’esito. Prima con un comunicato, poi in tv. Ed è in questa seconda occasione che tenta di tirare Bonomi sul carro dell’opposizione dura contro Giuseppe Conte.
Tutta la ricostruzione fatta in tv è mirata a questo obiettivo. Con queste parole: “Quello che mi ha colpito di più dell’incontro con Bonomi è il fatto che insieme stiamo lavorando per l’Italia che verrà , mentre l’impressione che molti mi danno di Conte e del suo Governo è di navigare a vista”.
E ancora, rivolgendosi al conduttore di Ore 14 su Rai2: “Ma le pare normale che il presidente degli industriali che lunedì deve intervenire in Parlamento sulla manovra ad oggi, che è mercoledì, ancora non ha il testo? Siamo sulla stessa lunghezza d’onda con gli industriali, sono sicuro che lo saremo anche con i commercianti e gli artigiani”.
Dall’ultima frase si evince anche un altro tentativo del leader della Lega, quello cioè di intercettare il malcontento delle categorie danneggiate dalle restrizioni e dalle chiusure. Per tirarle dalla sua, sempre in ottica di attacco al Governo.
Alitalia.
Il tentativo di Salvini di stringere Confindustria su una posizione di assalto frontale al Governo però non riesce. Troppi elementi dividono il leader della Lega e l’associazione degli industriali. Non sono i tempi del Papeete quando Bonomi era presidente di Assolombarda e accusava Salvini di essere inadeguato perchè – disse allora il leader degli industriali – “non si guida un Paese da una spiaggia”. Ma il fatto che i toni si siano fatti più concilianti non porta al fronte comune.
Per Confindustria, infatti, Salvini resta sempre Salvini, mentre gli industriali sono contro il sovranismo, per l’Europa senza se e senza ma, a favore del Mes.
La Lega che Confindustria può e vuole tenere dentro le sue interlocuzioni è quella dell’ala più morbida, dei governatori come Luca Zaia, quella che ha un approccio radicalmente diverso rispetto a quello di Salvini. Salvini ci ha provato, ma dall’altra parte nessuno ha abboccato.
(da “Huffingtonpost”)
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