SALVINI TEMPOREGGIA SULLA MEDIAZIONE SU SAVONA, CRESCE IL PRESSING INTERNO ALLA LEGA
TORNA L’IPOTESI DI SPACCHETTAMENTO DEL MEF
Ora dipende solo da Matteo Salvini, e dentro la Lega aumenta il pressing verso il leader affinchè nasca davvero il Governo gialloverde.
Con Paolo Savona, ma non al Ministero dell’Economia, come proposto pubblicamente da Luigi Di Maio dopo l’incontro con il Capo dello Stato.
Un compromesso accettabile, ma Salvini prende tempo, mentre dal Carroccio trapela un nuovo esame sull’ipotesi dello spacchettamento del Mef.
A leggere le prime dichiarazioni ufficiali l’offerta di Di Maio non convince – “Se uno gioca come portiere deve fare il portiere, se gioca come attaccante deve fare l’attaccante” – ma il pressing da parte della base e soprattutto dei senatori e dei deputati più influenti sul segretario del Carroccio è in corso.
Anche per questo Salvini alla fine temporeggia e si cela dietro un “vediamo. Di Maio ha cambiato idea. Ne parlerò con lui”.
Quindi in serata, un’ulteriore apertura: “Valutiamo quanto possa essere utile agli italiani questo tipo di ragionamento di spostamento, ovviamente in primis con il professor Savona, cosa che educazione vuole. Stiamo ragionando su una squadra forte per un progetto forte”.
A Montecitorio, a presidiare e trattare, mentre Salvini è attivissimo in campagna elettorale per le amministrative, rimane Giancarlo Giorgetti, da tutti considerato l’uomo della mediazione.
Nei tanti contatti avuti con i 5 Stelle avrebbe ripreso piede l’ipotesi dello spacchettamento. Soluzione che non dispiacerebbe a molti. Perchè “diciamolo chiaramente — dice un leghista a taccuini chiusi – non c’è tutta questa voglia di andare a votare”.
Secondo uno schema che circola nelle ultime ore, alle Finanze rimarrebbe Savona mentre al Bilancio andrebbe una figura (della Lega) considerata più rassicurante per l’Europa.
Inoltre alcune deleghe del Mef potrebbero – secondo questo piano – essere trasferite al sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
Ruolo che era stato affidato a Giancarlo Giorgetti nella lista di Giuseppe Conte.
Alcune fonti leghiste raccontano che Salvini non avrebbe chiuso ad un’ipotesi del genere. Non si sa se il suo labiale carpito durante un comizio elettorale (“Se va bene a Di Maio va bene anche a me”) in Liguria fosse riferito proprio a questa idea.
Ciò che è certo è che Salvini in mattinata si era detto disponibile a fare di tutto per far partire il Governo Cottarelli ed evitare il voto a luglio, anche chiedendo ai deputati e senatori del Carroccio di astenersi.
In questo modo la data per le urne sarebbe slittata a settembre o ottobre evitando il rischio astensionismo. Ma lo smarcamento del Movimento 5 Stelle ha complicato i piani e il timore della finestra elettorale di luglio incombe su via Bellerio ed è per questo che la strada dello spacchettamento potrebbe essere il punto di caduta.
Salvini chiude così la sua giornata: Quando i tedeschi parlano di ‘invadere’ un Paese, non è mai un buon segno… Fatevi gli affari vostri”. Segnali che restano comunque tutt’altro che distensivi.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply