SARA, LA PRIMA “CAMALLA” NEL PORTO DI GENOVA: “COSI’ HO VINTO I PREGIUDIZI”
“SONO LA PRIMA DONNA A FARE UN LAVORO DI FATICA TRA I CONTAINER”
Esiste il termine ‘camalla’? “Non lo so. Però io sono la prima donna a fare un lavoro di fatica, nel porto di Genova”. Sara Cabella, 23 anni: rizzatrice. “Devo fissare la merce a bordo delle navi. Container, auto, camion, pezzi di aereo, di treno. Una volta anche di un luna park”.
Solleva aste di ferro che pesano 20 chili e sono lunghe 2 metri e mezzo. “Se perdi l’equilibrio, finisci in mare”. Ha cominciato 3 anni fa.
“Ero magra come un chiodo, venivo da una delusione d’amore. Il giorno del colloquio nevicava, avevo 39° di febbre”.
Diplomata in logistica portuale. “Mi hanno chiesto: ‘Ma sei sicura?’. Nessun problema”. Da adolescente faceva ginnastica artistica. “E poi ho messo su un po’ di muscoli, ora peso 60 chili”.
Tonnellate di pregiudizi. “Molti mi guardavano con sufficienza: queste non sono cose da femmina. Ma la maggior parte mi ha aiutato ad inserirmi. Ora sono una di loro”.
C’era un tizio che la molestava, lei l’ha detto agli altri. “Non lavora più con noi. E io mi sono fidanzata con Giambattista, che era nella mia squadra”.
Durante la pandemìa si è comprata una piccola casa sulle alture: ci vive col ragazzo e John, un pit-bull che ha riscattato al canile. “L’ultimo anno è volato in fretta: le navi erano piene di roba”.
(da Repubblica)
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