SCUOLA, GIUSTIZIA E SBLOCCA-ITALIA IL BIG BANG DI RENZI ARRIVA A RATE
RINVIATE LE MISURE SULL’ISTRUZIONE. NON CI SONO I SOLDI PER LE GRANDI OPERE
Fuori uno. Al Consiglio dei ministri di oggi non si discuterà della riforma della scuola, quella con cui — ha fatto sapere Matteo Renzi ai giornali amici — assumerà 100mila precari.
In realtà si trattava di linee guida che andavano poi trasformate in disegni di legge e decreti nei mesi successivi, ma si sa come va con la propaganda di questi tempi. In ogni caso la ministro Stefania Giannini gliele aveva fatte avere complete mercoledì sera, solo che il premier non ha avuto tempo di leggerle: sono due giorni che è, per così dire, bloccato sullo Sblocca Italia.
Anche ieri, per dire, il buon Matteo s’è dovuto sorbire nel pomeriggio una riunione di oltre tre ore con Graziano Delrio, Maurizio Lupi e Pier Carlo Padoan sul tema. Motivo: per il Tesoro non ci sono i soldi per garantire i progetti messi insieme da Renzi e dal ministro delle Infrastrutture.
Intanto i capitoli del decreto che — dice palazzo Chigi — innescherà 43 miliardi di investimenti privati sono già passati dai 15 delle bozze preliminari ai 10 annunciati ieri: su quelli, sostiene Lupi, “le coperture ci saranno”, mentre il ministro dell’Economia chiosa che “ci saranno là dove servono”.
Espressione già più ambigua.
Cominciamo coi soldi finti, cioè quelli semplicemente spostati da altri capitoli di spesa: ai nuovi cantieri dovrebbero andare 1,2 miliardi dal “Fondo Revoche” del ministero delle Infrastrutture e 2,5 miliardi da quello di “Sviluppo e coesione”.
Questo è quanto.
I soldi nuovi invece — nelle bozze dei giorni scorsi — erano spiccioli: 200 milioni nel 2014, 650 l’anno prossimo e 700 nel 2016.
Qui c’è il problema. L’estensione dell’ecobonus per le ristrutturazioni con riqualificazione energetica annunciato da Renzi o il pacchetto di incentivi per il “settore casa” costano parecchio di più: probabile che molte delle misure finiscano per slittare alla Legge di Stabilità .
Si vedrà , d’altronde le riunioni tecniche sono ancora in corso e continueranno fino all’ora del Consiglio dei ministri, che dovrebbe tenersi alle 18.
Anche per discutere delle difficoltà dello Sblocca Italia, comunque, ieri il premier è stato ricevuto al Quirinale: GiorgioNapolitano, secondo alcune fonti, ha invitato Renzi a non sparare troppo alto, a non mettere troppa carne al fuoco e altre sagge metafore per dire che è meglio far uscire da palazzo Chigi solo quello che si è poi sicuri di riuscire ad approvare.
Un invito ad una prudente fretta sull’economia — per dirla con quei ninnoli linguistici che fanno la gioia dei quirinalisti — e all’adelante ma con juicio sul fronte giustizia, che poi è quello in cui il governo rischia davvero di perdere l’abbrivio.
La vicenda è a questo punto: il ministro Andrea Orlando porta in Cdm un decreto sulla giustizia civile (su cui c’è l’accordo di tutti) e la bellezza di 8 disegni di legge per cambiare il processo penale.
Il casino, ovviamente, ci sarà su questi ultimi.
Il Nuovo Centrodestra vuole piantare le sue bandierine: no al ritorno del falso in bilancio, no al reato di autoriciclaggio, no al congelamento della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, sì al bavaglio sulle intercettazioni.
Tutto il contrario di quello che ha in mente di fare il Guardasigilli.
Insomma, Renzi rischia di perdersi per strada un pezzo decisivo della maggioranza. L’uomo, però, è tignoso e ieri, prima dell’incontro al Colle, lasciava trapelare che sarebbe andato alla prova di forza: “In Cdm si voterà su tutto il pacchetto”.
Sulla giustizia, comunque, le riunioni continueranno anche stamattina: “Alla fine — prevede un ministro — c’è un unico compromesso possibile. Primo: si approva una legge delega generica sulle intercettazioni, che rinvia il problema all’autunno e oltre, ma fa contenti Alfano e gli Ncd, che piazzano la loro bandierina.
Secondo: si va al voto sulla prescrizione e la si approva con la contrarietà degli alfaniani.
Terzo: se proprio Ncd insiste, magari si rinviano falso in bilancio e auto-riciclaggio”. Il Big Bang arriverà a rate?
Marco Palombi
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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