” SE NON SONO ITALIANA, COSA SONO IO, GIORGIA MELONI?”: LA RABBIA DI MIHAELA MARIAN
LA STORIA DELLA GIOVANE DONNA NATA IN MOLDAVIA MA CHE HA STUDIATO IN ITALIA FIN DALLE ELEMENTARI E CHE A 26 ANNI, LAUREATA IN LETTERE, ASPETTA ANCORA LA CITTADINANZA ITALIANA
Quando si dice “no” a prescindere, si rischia mostrare a tutti i cittadini una non approfondita conoscenza di come funzionino alcune norme e procedure attualmente in vigore in Italia.
In particolare quelle relative alla possibilità di richiedere e ottenere la cittadinanza italiana.
Una serie di paradossi (culturali e tecnici) che sono stati spiegati su TikTok da Mihaela Marian, una giovane donna nata in Moldavia ma che ha studiato (fin dalle elementari) nelle scuole nostrane dopo aver raggiungo la madre.
E lei, a quasi 26 anni, ha ancora difficoltà nell’ottenere quel certificato che le consentirebbe – come previsto dalla normativa vigente – anche di partecipare a concorsi pubblici.
Mentre i politici sono sbarcati su TikTok nel tentativo di “affascinare” i più giovani, molti di questi giovani rispondono per le rime alle varie esibizioni comparse su questa vetrina social. Molti di loro, inoltre, dimostrano di avere molta più contezza della realtà rispetto agli esponenti dei vari partiti.
E una delle espressioni principali di tutto ciò è rappresentato proprio da Mihaela Marian. Lei ha quasi 26 anni, è nata in Moldavia da genitori moldavi e si è trasferita in Italia quando aveva 10 anni.
Quindi ha completato la scuola elementare nel nostro Paese, ha frequentato le medie e le superiori qui. E si è laureata in Italia. In lettere. Sogna di fare l’insegnante e parla, ovviamente, un italiano da madrelingua (come si evince dalla certificazione C2 ottenuta nella nostra lingua). Ma non è “italiana” per la legge e i tempi per richiedere quel documento sono talmente tanto dilatati dal scoraggiare qualsiasi tentativo.
“Io vengo in Italia a 10 anni e studio per 15 anni: elementari, medie, superiori e laurea in Lettere. Mi viene certificato un livello di italiano C2, quindi madrelingua. Io in Moldavia non ho più nessuno, amici, parenti, famigliari. Solo pochi ricordi che vorrei dimenticare. Per fare domanda per la cittadinanza in Italia devo versare 250 euro come bollo, poi altri 400 euro, chiedere all’ambasciata la fedina penale e farla tradurre. E poi inoltrare la domanda che verrà presa in considerazione tra 4 anni. Immaginate quanto tempo e quanti soldi. Lo Stato italiano mi chiede di fare un esame B1 per dimostrare la mia capacità linguistica. Io ho già un C2 e dovrò comunque fare un B1, o almeno lo sostiene la Prefettura. Fatte queste premesse, se avrò la cittadinanza avrò 30 anni inoltrati. Nel frattempo non posso partecipare ai concorsi pubblici perché non ho la cittadinanza. Però ho studiato in Italia come insegnante, lo Stato mi dà il titolo, l’idoneità di insegnamento, ma non posso insegnare. O meglio posso fare la supplente, ma non di ruolo. Quando i miei figli nasceranno in Italia non saranno italiani, anche se cresceranno tutta la vita qui, studiando qui. Se io non sono italiana dopo essere cresciuta qui tutta la vita, ma non sono neanche moldava: Giorgia Meloni, cosa sono io?”.
Quattro anni e la sua domanda di cittadinanza italiana sarà “presa in considerazione”. Non approvata con certezza, dunque. Tempi elevatissimi mentre gli anni passano, così come i concorsi. E a questo paradosso se ne aggiunge un altro: non avendo la cittadinanza, non può partecipare a concorsi pubblici per ottenere una cattedra (questo è uno dei requisiti indicati nei bandi). Ma può fare la supplente. Quindi non può avere una “cattedra”, ma può supplire in caso di assenza di una “titolare”. A tutto ciò si aggiungono contorni amaramente comici: i costi per presentare la documentazione alla Prefettura e il dover sostenere un esame per confermare un livello di padronanza della lingua italiana (il B1) inferiore alla certificazione (C2, la più avanzata) che ha già. Per questo, di fatto, Mihaela Marian ha la sensazione di essere apolide: non può essere moldava in quanto non ha ricordi del suo Paese natìo essendo andata via di lì quando era molto piccola, ma non può essere considerata italiana. Ma Giorgia Meloni quando dice “no” a ius soli e ius scholae, è a conoscenza di tutto ciò?
(da NextQuotidiano)
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