SI TAGLIANO GLI ASILI, MA LE AUTO BLU SONO AUMENTATE DEL 3,1%: ORA SONO 626.760
ALTRO CHE TAGLI ALLE SPESE: NEL 2007 ERANO 574.000, NEL 2008, 607.918…UNA VERGOGNA ITALIANA: NEGLI USA SONO 72.000, IN FRANCIA 61.000, NEL REGNO UNITO 55.000, IN GERMANIA 54.000…. ALTRO CHE CHIACCHIERE DI TREMONTI E BRUNETTA: 172.204 PER LO STATO, 54.219 PER LE REGIONI, 51.783 PER LE PROVINCE, 72.468 PER I COMUNI, 137.942 PER GLI ENTI PUBBLICI E COSI VIA
Era una delle promesse del governo di centrodestra appena insediato: la riduzione dei costi della Casta, un sano giro di vite al vergognoso vortice di auto blu, consulenze, sprechi, enti inutili, portaborse che ammorbano l’aria della prima e della seconda Repubblica.
Abbiamo ancora i ritagli di giornale delle dichiarazioni dei ministri Tremonti e Brunetti di oltre un anno fa: taglieremo le consulenze (sono aumentate quest’anno come da ns. articolo di qualche settimana fa), elimineremo le Provincie (mai osato, causa opposizione della Lega che deve distribuire poltrone in similpelle ai boiardi dela padagna del magna magna), elimineremo gli Enti inutili (alla fine abbiamo creato invece solo un Ministero inutile, quello della Semplificazione, per le chiappe di Calderoli).
Ma la madre di tutte le battaglie era il “taglio alle auto blu”, uno dei privilegi più odiosi della casta politica e più odiati dagli italiani.
Vedere spesso una pletora di anonimi sfigati contendersi un’auto “di rappresentanza” non per una reale utilità , ma solo come status symbol: volete mettere il politico con autista, segretaria sculettante e magari anche scorta al seguito che impatto ha verso il cittadino comune, che soggezione può creare?
Magari il politico dice delle stronzate, ma un conto è sostenerle da un’auto blu, un altro dal marcapiede.
C’è chi si faceva accompagnare con l’auto di rappresentanza persino dai trans, il massimo della libidine insomma.
Ed ecco ora i dati ufficiali della “riduzione” promessa: se nel 2007 le auto blu erano 574.000, nel 2008 sono arrivate a 607.918, nel 2009 hanno toccato il record di 626.760 unità .
Un numero incredibile, diviso tra Stato, enti locali ed enti pubblici che corrisponde a un record mondiale.
Negli Stati Uniti infatti sono appena 72.000, in Francia 61.000, nel Regno Unito 55.000, in Germania 54.000, in Portogallo 22.000.
Da noi il numero corrisponde alla metà dei mezzi che circolano a Milano e a un numero di mezzi che potrebbero coprire tutte le corsie, nord e sud, della Roma-Milano.
Auto acquistate in proprio, auto in leasing, altre in noleggio operativo o a lungo termine, tutto va bene purchè l’auto sia blu.
E pensare che una legge del 1991 limitava l’uso esclusivo di tali auto solo a ministri, sottosegretari e alcuni direttori generali: ovviamente una norma completamente disattesa.
I dati del 2007 parlano chiaro: sono 172.204 quelle direttamente gestite dallo Stato, 54.219 dalle Regioni, 51.783 dalle Province, 72.468 dai Comuni, 26 dalle Municipalità , 229 dalle Comunità montane, 137.942 dagli Enti pubblici, 72.548 da quelli pubblici non economici, 12.136 da società miste.
Qualcuno aveva suggerito, per risparmiare, di adottare un criterio simile a quello che avviene all’estero: una sorta di sponsorizzazione da parte delle case automobilistiche.
In Germania, Francia e Inghilterra infatti molte marche propongono in comodato d’uso gratuito, o con forti sconti, auto superecologiche (per lo più ibride o elettriche) per avere un po’ di pubblicità ai loro modelli.
Da noi ogni tentativo è stati respinto: perchè accontentarsi di una piccola ibrida, quando si può avere una lussuosa Mercedes, una comoda Bmw o una possente Audi V8 ?
E dato che il Governo è capace solo a tagliare i fondi ai Comuni per gli asili e non a imporre austerità a tutti (in primis a se stesso), tagliando le auto blu, l’unica speranza ormai per il cittadino italiano è quella di un intervento dei Nocs che le facciano magari saltare in aria in qualche operazione anititerrorismo.
Forse a quel punto qualcuno sarebbe costretto a girare in bus, come i comuni mortali e magari, ascoltando la gente comune, capirebbe di più i loro problemi.
Povera destra, un’altra occasione persa per dare una svolta morale al nostro Paese.
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