SU BIBBIANO IL M5S HA PERSO ANCHE IL SENSO DEL PUDORE
IL M5S HA FATTO UNA DONAZIONE PROPRIO ALLA ONLUS AL CENTRO DELL’INCHIESTA
Oggi il Foglio ha fatto notare che nell’orribile caciara su Bibbiano con i molteplici inviti a “parlare di Bibbiano ” e Luigi Di Maio che definisce il Partito Democratico “il partito di Bibbiano” il MoVimento 5 Stelle sta dimenticando un punto fondamentale.
Il partito di Di Maio ha effettuato una donazione alla Onlus Hansel&Gretel al centro dell’inchiesta (il cui presidente Claudo Fotì è stato scarcerato ieri).
Il Foglio non ha scritto nulla di falso.
L’associazione è una delle undici cui sono stati destinati 195mila euro frutto del taglio degli stipendi dei consiglieri regionali piemontesi.
Il fatto naturalmente non costituisce un reato nè consente di dire che in qualche modo il M5S è “il partito di Bibbiano” perchè è del tutto evidente che i consiglieri pentastellati non erano a conoscenza dell’inchiesta nè della storia dei presunti abusi. Anche se per la verità della Onlus se ne parlava già all’interno del libro-inchiesta “Veleno” scritto da Pablo Trincia e pubblicato ad aprile.
Nella migliore tradizione dello “specchio-riflesso” il MoVimento 5 Stelle se la prende con il giornale diretto da Claudio Cerasa che evidentemente parla sì di Bibbiano (come chiedono tutti a gran voce) ma lo fa nel modo “sbagliato”, vale a dire sgradito al M5S.
In fondo cosa ha scritto di falso oggi Ermes Antonucci quando ricorda la vicenda della donazione e quando fa notare come da quando è esploso il caso Bibbiano il M5S abbia alimentato la rabbia di quelli che se ne vanno in giro a disseminare l’hashtag #PDofili?
Che la donazione ci sia stata lo ammette perfino il M5S oggi, che però al tempo stesso bolla come “bufala” la notizia del Foglio che utilizza la stessa logica pentastellata sul “partito di Bibbiano” trasferendola dal PD al M5S per dimostrare come sia un’accusa senza senso.
Non è forse vero che il 27 giugno scorso il Capo Politico del M5S ha pubblicato su Facebook una foto dove si legge “arrestato Andrea Carletti sindaco PD di Bibbiano” e poi un virgolettato fuori contesto “affari con i bimbi tolti ai genitori” che lasciava intendere che fosse proprio Carletti a fare affari grazie ai presunti abusi?
In quel post Di Maio, parlando di un’inchiesta ancora aperta che non è nemmeno arrivata a processo scriveva: «quello che viene spacciato per un modello nazionale a cui ispirarsi sul tema della tutela dei minori abusati, il modello “Emilia” proposto dal PD, si rivela oggi come un sistema da incubo: bambini ”selezionati” e sottratti illegittimamente alle famiglie, per poi venire consegnati in una sorta di “affido horror” a personaggi discutibili, tra i quali titolari di sexy shop, pedofili, gente con problemi mentali».
Tutto il post, e i successivi da parte di altri esponenti del partito del vicepremier, trasudano la volontà di inchiodare il PD alla storia degli abusi.
Questo dimenticando non solo le donazioni ma anche il fatto che una consigliera M5S sia l’avvocato difensore di una delle psicologhe arrestate.
Ma soprattutto c’è una completa e volontaria distorsione dei fatti dell’inchiesta che vedono il sindaco del PD indagato solo con l’accusa di abuso d’ufficio e falso.
A precisarlo era stato subito il procuratore Mescolini che aveva spiegato che a Carletti «viene contestato di aver violato le norme sull’affidamento dei locali dove si svolgevano le sedute terapeutiche, ma non è coinvolto nei crimini contro i minori» e che i fatti contestati non riguardano un coinvolgimento diretto nella gestione degli affidi e nei presunti abusi.
Oggi sul Blog delle Stelle è comparso un post dove si dice che al Foglio «non si sognano nemmeno di sottolineare che l’amministrazione Pd avrebbe dovuto vigilare per impedire quanto accaduto». Una linea assai interessante.
Perchè guarda caso la si può applicare benissimo anche a Virginia Raggi. Non risulta però che qualcuno nel MoVimento 5 Stelle abbia detto che la sindaca doveva vigilare sul caso Marra, sulla vicenda che ha portato l’arresto di Lanzalone (uno nominato proprio dal M5S) o su quella che ha portato all’arresto di Marcello De Vito.
Anzi riguardo all’inchiesta sul Presidente dell’Assemblea Capitolina il MoVimento si è lungamente vantato di “avere gli anticorpi“.
Questo naturalmente dopo l’arresto, prima nessuno stava vigilando. In tutti i casi in cui un esponente del M5S è stato raggiunto da un’avviso di garanzia o è finito al centro di un’inchiesta i grillini hanno sempre detto che bisognava prima vedere le carte. Nel caso di Bibbiano il giudizio è arrivato il giorno stesso della conferenza stampa dei Pm.
Ma nessuno ha mai detto che il M5S è il partito di Lanzalone e guai a dire che è il partito di De Vito (anche se a tutti gli effetti è vero).
(da agenzie)
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