SUL SISTEMA SPAGNOLO RENZI HA UN OSTACOLO: I PARLAMENTARI PD
GLI ELETTI DELL’ERA BERSANI TEMONO, CON LISTE BLOCCATE, CHE IL SEGRETARIO LI FACCIA FUORI PER NOMINARE I SUOI
Il tema sul tappeto ora è uno solo. Matteo Renzi deve fare un accordo sulla legge elettorale su cui convergano gli altri partiti e, soprattutto, il gruppo del Pd.
Il tema non è nuovo, ma ieri grazie alla sentenza della Consulta che ha riportato l’Italia nella Prima Repubblica nel Transatlantico di Montecitorio è esploso con incredibile potenza in conversazioni allarmate e confidenze preoccupate tra compagni di partito e di sventura.
A leggere la sentenza, infatti, se la Corte non ostacola il ritorno al Matterellum, pure non risparmia critiche al rapporto tra governabilità e rappresentanza nel sistema in vigore per le politiche del 1994, 1996 e 2001.
Insomma, la preferenza degli ermellini sembra andare al cosiddetto sistema spagnolo: un proporzionale con pesanti effetti maggioritari, frutto di piccole circoscrizioni con brevi liste bloccate, che consentono cioè agli elettori secondo le parole della Consulta di conoscere chi si candida a rappresentarli
Questo sistema, come si sa, va bene tanto a Matteo Renzi (è uno dei tre proposti agli altri partiti) che a Silvio Berlusconi, mentre è assai malvisto dal Ncd di Angelino Alfano, dai montiani e pure dai neodemocristiani. Non solo.
Spiega Roberto D’Alimonte, politologo spesso ed erroneamente presentato come voce del sindaco di Firenze: “Il modello spagnolo non garantisce, neanche con il 15 per cento di premio, la maggioranza assoluta a una delle due maggiori formazioni”, mentre “il modello Mattarellum, con il doppio turno di lista (proposto ieri da Scelta civica, ndr), potrebbe essere politicamente più fattibile e più costruttivo sul piano di una maggioranza di governo”.
E soprattutto, aggiungiamo noi, ha più chance di ottenere i voti democratici in Parlamento: i gruppi del Pd sono infatti quelli usciti dalla vittoria di Bersani alle primarie del 2012 e ora se restassero le liste bloccate, pur in salsa iberica il timore degli interessati è di essere fatti fuori in favore di persone più vicine a Matteo Renzi.
E pure in fretta: se l’intesa è sullo spagnolo, si può fare solo con Silvio Berlusconi e il M5S.
Il risultato più probabile, dunque, sarebbe il voto.
Anche per sminare una certa ansia da elezioni diffusasi ieri tra le sue truppe nel palazzo, il segretario del Pd ha gettato una ciambella di salvataggio al presidente del Consiglio: “Un patto” che tenga insieme legge elettorale, riforme e modifica del Titolo V della Costituzione. Con questo, “anche le preoccupazioni di Letta verrebbero meno perchè a farlo ci mettiamo almeno un anno”, ha detto ieri pomeriggio rispondendo alle domande che gli arrivano via Twitter sul sito del partito.
Marco Palombi
(da “il Fatto Quotidiano“)
Leave a Reply