SULL’ALTA VELOCITA’ IL PD IN PIEMONTE SI SPACCA TRA FAVOREVOLI E CONTRARI
DA UN LATO I TORINESI E I RAPPRESENTANTI ISTITUZIONALI, DALL’ALTRO GLI AMMINISTRATORI DELLA VAL SUSA DIVISI TRA CHI AFFIANCA LA RESISTENZA E CHI INVITA IL PARTITO ALLA RIFLESSIONE
La questione Tav scuote il Pd.
Sono sempre più forti i contrasti tra i componenti favorevoli alla linea Torino-Lione e i contrari, mentre sempre più spesso si accenna a epurazioni.
Da un lato i torinesi, cittadini e ‘governativi’, dall’altro gli amministratori delle Val Susa, a loro volta divisi tra chi affianca alla ‘resistenza’ contro l’opera la lotta per far accettare le sue idee al partito e chi dopo anni lo ha abbandonato per nuovi progetti. “Il marchio del Pd è ‘Sì Tav’ e il partito non è un menù à la carte“, sancisce il segretario provinciale Paola Bragantini.
Proprio sabato pomeriggio, dopo l’ultimo incontro coi vertici locali, aveva detto: “Per il momento non è questa la priorità nel partito”.
Si riferiva all’allontanamento degli eletti Pd contrari al Tav.
Aveva appena incontrato alcuni colleghi: il sindaco di Torino Piero Fassino, il presidente della Provincia Antonio Saitta e alcuni onorevoli torinesi, come Stefano Esposito.
Insieme hanno espresso un ringraziamento al governo per la presa di posizione dopo il vertice di venerdì e hanno discusso delle opinioni contrarie al Tav di Sandro Plano, presidente della Comunità montana della Val di Susa, e degli altri amministratori Pd.
In realtà le intenzioni degli organi regionali e provinciali sono chiare.
Già il 24 febbraio, in un incontro antecedente alla marcia a cui hanno partecipato sindaci e amministratori, erano emerse richieste esplicite da parte di Saitta ed Esposito: “Se davvero l’azione violenta si è infiltrata in pezzi di amministrazione con cui il Pd collabora — ha detto Esposito — il nostro partito ha il dovere di separare in modo chiaro ed inequivocabile la propria posizione da chi come Plano la usa o la vende in modo distorto”.
Più diplomatico il segretario regionale Gianfranco Morgando: vista la mancanza “di una prassi condivisa e in un percorso di discussione”, ha affermato che “il rinnovo dell’iscrizione degli amministratori della Valle di Susa non possa essere automatica, ma debba essere decisa con voto della direzione provinciale del partito”.
Tutto normale, ha dichiarato Bragantini: “Ogni associazione e ogni partito si danno un programma e delle priorità . Abbiamo una sola posizione sul Tav. Il Pd è coerente con le strutture provinciali, regionali e nazionali che hanno votato sì al progetto. Il marchio del Pd è ‘Sì Tav’. Chi vota a Torino e in Piemonte sa che vota per l’opera”.
Per Plano quelle di Morgando ed Esposito “sembrano dichiarazioni illegittime ai sensi del nostro statuto e del codice etico. Rimango un iscritto di un partito che sento mio. Stiamo parlando di un progetto, non di un valore che non accetto o di un guaio giudiziario”.
Secondo lui c’è un distacco tra rappresentanza locale e segreterie (“Sono stato eletto da cittadini a cui devo rendere conto, non nominato in parlamento dalla segreteria”) e poi sul piano locale ha sottolineato che “il Pd rappresenta gli interessi di un’area metropolitana e io rappresento la valle”.
Quella valle in cui, alle elezioni regionali del 2010, il calo di voti del Pd e i consensi confluiti al Movimento Cinque Stelle hanno contribuito alla sconfitta del presidente uscente Mercedes Bresso.
Anche a Bussoleno la giunta Pd resta contraria al progetto e fedele al partito.
Altrove qualcuno ha già restituito la tessera: è Nilo Durbiano, sindaco di Venaus. Alcuni danno per vicina alla partenza anche Carla Mattioli, prima cittadina di Avigliana.
“Un partito che si chiama democratico e non sa accettare voci differenti non mi sembra molto democratico e non mi pare abbia un futuro”, ha detto Durbiano.
Lui, “dopo tre anni di sofferenze”, ha lasciato il partito: “Il 2011 è stato l’anno chiave. L’argomento Tav è quello che mi ha fatto capire che il Pd è troppo legato alle lobby, eccetto quella dei cittadini e della classe media”.
La mancanza di dialogo e comprensione degli organismi centrali verso chi rappresenta le istanze locali è stata la chiave di volta. Da questa presa di coscienza ha deciso di seguire il progetto del verde Angelo Bonelli e “aderire alla costituente ecologista che nascerà in autunno aggregando esperienze delle liste civiche che sanno dare valore ai cittadini”.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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