TARANTO: GAS RADIOATTIVO NELLE SCUOLE VICINE ALL’ILVA, ESPLODE LA PROTESTA DELLE MAMME
“CONCENTRAZIONI TRE VOLTE SUPERIORI AI LIMITI DI LEGGE, I NOSTRI FIGLI A SCUOLA NON LI MANDIAMO”
Quantità di radon molto oltre i limiti consentiti in tre scuole del quartiere Tamburi di Taranto, già martoriato dall’inquinamento causato dall’Ilva, e scoppia la protesta delle mamme, che prima hanno manifestato davanti all’istituto e poi nell’atrio del Comune, contestando a viva voce il sindaco Rinaldo Melucci. Il radon è un gas che, in elevate concentrazioni e dopo lunghe esposizioni, può diventare cancerogeno.
Il monitoraggio è stato effettuato dall’Arpa, in applicazione della specifica legge regionale del 2016, in contemporanea ad altri istituti della città ionica. I risultati, però, ai Tamburi sono stati peggiori che in altri quartieri: da 800 a 1.000 becquerel per metro cubo nell’istituto Vico – De Carolis, laddove il limite previsto dalla legge è 300 Bq/m3. Tale dato ha allarmato le famiglie degli alunni, soprattutto in considerazione del fatto che nei plessi De Carolis, Vico e Deledda otto aule sono state chiuse e che l’inizio della scuola è previsto tra cinque giorni.
“Ci è stato riferito che anche in altre diciotto aule sono state riscontrate concentrazioni di radon superiore alla norma – ha detto Marco Di Pinto, padre di due scolari di 11 e 4 anni – Vogliamo capire se ci sono rischi per i nostri figli e anche a che cosa sono stati esposti finora. Dobbiamo sapere se dobbiamo effettuare delle analisi o se in massa dobbiamo chiedere il trasferimento in altre scuole”.
Per l’Arpa i risultati sono chiari: “I limiti sono stati superati – ha spiegato il dirigente Luigi Vitucci – abbiamo segnalato gli esiti del monitoraggio al Comune, che è proprietario degli immobili, e ora tocca a loro intervenire per risanare l’ambiente”. I dati utili per capire il problema e risolverlo – come è stato chiarito dall’Arpa – sono stati messi a disposizione dell’amministrazione nel luglio scorso. A distanza di due mesi, però, gli interventi nelle aule non sono ancora stati effettuati. E questo ha scatenato la rabbia di una cinquantina di famiglie dei Tamburi, che si sono date appuntamento davanti al De Carolis e poi hanno raggiunto il palazzo comunale.
Il primo cittadino Rinaldo Melucci era impegnato in una riunione con la commissaria per le bonifiche dell’Ilva, Vera Corbelli, e, quando è sceso nell’atrio, è stato contestato. Per l’amministratore si tratta di un’aggressione bella e buona, per i cittadini che lo aspettavano di una contestazione legata alla mancata informazione sul problema radon.
La questione sarà affrontata nella mattinata di mercoledì 12 settembre, nel corso di una riunione a cui parteciperà una delegazione di genitori, il dirigente scolastico del Vico-De Carolis, rappresentanti dell’Arpa, dell’Asl e il sindaco Melucci, “per valutare al meglio l’esistenza o meno di un’emergenza e gli accorgimenti da adottare”. “A latere del tavolo tecnico – fa sapere l’amministrazione comunale – ci si riserva di verificare la sussistenza di reati a carico di soggetti che con frequenza e modalità sospette mirano a turbare la comunità prescindendo da qualsiasi considerazione scientifica”.
La gente dei Tamburi, del resto, è stremata da anni di inutile lotta contro l’inquinamento provocato dall’Ilva e spaventata dall’accordo per la cessione ad Arcelor Mittal firmato il 6 settembre.
Anche per questo la rabbia scoppia con facilità . Nonostante in questo caso, l’acciaieria non sia apparentemente responsabile degli sforamenti di materiale radioattivo.
“Non bisogna fare allarmismo – ha spiegato ancora Vitucci – il radon è un materiale naturalmente presente nel terreno e, proprio per questo, la Regione Puglia ha avviato un monitoraggio sull’intero territorio”.
Per mettere in sicurezza le scuole, in realtà , bastano pochi interventi di isolamento della pavimentazione e aereazione. Ma i genitori vorrebbero notizie certe su quando saranno effettuati. “Altrimenti non manderemo i bambini a scuola” hanno detto all’unisono molte mamme.
(da “Huffingtonpost”)
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