TENDOPOLI SMANTELLATE A OTTOBRE, POI CASETTE DI LEGNO COME A ONNA E IN EMILIA
LA PROTEZIONE CIVILE ACCELERA D’INTESA CON I SINDACI DEI LUOGHI COLPITI DAL TERREMOTO
Lungo il filo telefonico che tiene costantemente in contatto Matteo Renzi e il capo della protezione Civile Fabrizio Curcio c’è, tra i tanti obiettivi, quella da realizzare con più urgenza: via le tende il più presto possibile.
Già ad ottobre, considerate le temperature. Il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, in un’intervista all’HuffPost, aveva indicato un timing più lungo: “Cinque mesi per la consegna delle case di legno di modello adatto alle temperature di alta montagna”.
La Protezione civile, in queste ore, si muove su tempi molto più stretti.
Fabrizio Curcio è in riunione permanente. L’idea è di formalizzare ai sindaci, già entro domani, i tempi di consegna delle casette di legno.
E a quel punto i sindaci decideranno le possibilità di ospitalità alternative alle tende, in attesa della consegna delle casette: “Finchè non c’è certezza sui tempi di arrivo delle casette in legno — spiegano fonti della Protezione civile — non si muove nessuno, nel senso che prevale l’istinto a rimanere in tenda, nel borgo di appartenenza e vicino alla propria casa”.
Quando si parla di “casette in legno” ci si riferisce a quelle strutture usate sia ad Onna sia in Emilia, prodotte da diverse ditte trentine.
Alla protezione civile nella fase di emergenza spetta il compito di realizzare infrastrutture di base e sottoservizi per le casette.
Poi entra in campo il commissario, cui è affidata la ricostruzione, e che ha poteri su tutto: appalti, coordinamento, rapporti col governo centrale.
L’obiettivo di palazzo Chigi (“via le tende al più presto”) non è impossibile. Anzi.
Il numeri degli sfollati è imparagonabile rispetto ai 60mila dell’Aquila.
L’ultima cifra della protezione civile è di 2688 sfollati. Così divisi: 995 nel Lazio, 938 nelle Marche, 755 in Umbria.
In queste ore la protezione civile sta proseguendo nella verifica di agibilità delle case, per verificare la possibilità di rientrare in alcuni contesti.
In Umbria tra case e alberghi sembrano esserci più alternative di ricovero. Nel Lazio e nelle Marche le zone più martoriate se non rase al suolo: “Appena finita questa verifica — proseguono le stesse fonti – si passa alle casette in legno”.
In pochi mesi è possibile realizzarle, ma è presumibile che ce ne siano di pronte.
Raccontano che il premier stia seguendo tutto personalmente: “Pare un sindaco terremotato della zona” dicono quelli attorno.
Dopo questa fase dell’emergenza, ha intenzione di legare la ricostruzione a due volti: quello di Vasco Errani, come commissario per la ricostruzione, e quello di Raffaele Cantone, presidente dell’Anac.
Modello Emilia e modello Expo. Non modello L’Aquila. Sebbene nella ricostruzione del capoluogo abruzzese ci siano cose positive e negative, le new town sono diventate il simbolo negativo per eccellenza della ricostruzione berlusconiana.
E nei prossimi giorni Renzi tornerà nei luoghi del terremoto, sempre con un profilo di grande sobrietà .
(da “Huffingtonpost”)
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