TOSI CONDANNATO DEFINITIVAMENTE PER RAZZISMO, MA IN ITALIA PUO’ RIMANERE SINDACO
LA CASSAZIONE FISSA DEFINITIVAMENTE LA CONDANNA A DUE MESI DI CARCERE E TRE ANNI DI SOSPENSIONE DALL’ ATTIVITA’ POLITICA PER IL SINDACO DI VERONA.….PENA E INTERDIZIONE SOSPESA ANCHE PER I LEGHISTI COMPAGNI DI MERENDA MATTEO BRAGANTINI (DEPUTATO), LUCA COLETTO (VICEPRES. DELLA PROVINCIA), ENRICO CORSI (ASSESSORE), BARBARA TOSI ( CONS. COM.) E MAURIZIO FILIPPI ( CONS. AMM. CONSORZIO ZAI)… …LA CONDANNA E’ PER PROPAGANDA DI IDEE RAZZISTE … HANNO FATTO TUTTI CARRIERA GRAZIE AI SINTI.….E ORA SONO I MARTIRI DELLA CAUSA E NON MOLLANO LA POLTRONA
La vicenda risale all’estate del 2001 quando, a Verona, gli zingari sinti del quartiere Stadio, fatti sgomberare dall’assessore Gamba della giunta Sironi, furono fatti vagare da uno spazio all’altro finchè non si decise di sistemarli in un parcheggio a borgo Venezia.
Una delle tante vicende che avvengono nelle grandi città italiane se non fosse per una violentissima, nei toni, nei manifesti, nei cortei, nelle interviste di allora, campagna della Lega Nord, promossa dall’attuale sindaco, Flavio Tosi, contro quello che lui definiva campo zingari abusivo, ma dove in realtà i sinti veronesi abitavano da circa 10 anni, come testimonieranno al processo i dirigenti scolastici della circoscrizione.
Non fu quindi la legittima raccolta di firme tra la popolazione, contraria a un insediamento in una zona specifica, a giustificare la denuncia, ma i toni, le parole e gli slogan usati da Tosi e compagni. A seguito dell’inchiesta, nel dicembre 2004, il tribunale di Verona in primo grado condanna Tosi e compagni di merende a 6 mesi di carcere per incitamento all’odio razziale e propaganda di idee discriminatorie.
Nel gennaio 2007 la Corte d’Appello di Verona riduce la pena a 2 mesi, assolvendo dall’odio razziale.
A dicembre la Cassazione rinvia però le carte indietro per un nuovo esame e a ottobre 2008 i giudici ribadiscono la condanna in secondo grado.
Fino alla sentenza di pochi giorni fa della Cassazione che diventa definitiva.
Tosi ricorda che tra 5 giorni sarebbe scattata la prescrizione anche se “io non la volevo”: non si comprende allora perchè si lamenti. E chiama la seconda una “sentenza politica”, denunciando che si è applicata una legge, la Mancino, che si presta a certe operazioni.
Su questo concordiamo, ma sarebbe da chiedersi chi l’ha mantenuta in questi anni.
Semmai Tosi e compagni ci hanno fatto la carriera politica su questa sentenza, visto le 28mila preferenze prese nel 2004, poco dopo la sentenza di condanna in primo grado.
Basandosi su un malessere sociale reale, puntando su un certo tipo di elettorato che ama pensare che tutti i guai della terra derivino dalla presenza dei sinti, degli immigrati o dei meridionali, a seconda dei momenti, si sono in tanti garantiti uno stipendio e una brillante ascesa politica.
Tosi è diventato sindaco, la sorella capogruppo in Comune, Bragantini deputato, Corsi assessore, Coletto vicepresidente della Provincia, persino l’anonimo Filippi ha trovato un bel posto da consigliere di amministrazione del consorzio Zai.
Che volete di più? Una denuncia val bene una poltrona, coi tempi che corrono.
Soprattutto quando l’interdizione dai pubblici uffici viene sospesa.
Che strano Paese il nostro. Si può discutere nel merito, se la condanna sia giusta o no, ma siamo pur sempre in presenza di una condanna definitiva per “propaganda di idee razziste”.
Pensate che in qualche altra democrazia al mondo un sindaco potrebbe continuare a esercitare la sua funzione con una condanna di questo tipo?
Vi sono consigli comunali e sindaci che vengono sciolti o destituiti per presunte “infiltrazioni mafiose”, ma evidentemente non si può farlo per una sentenza definitiva di propaganda razzista. Ovviamente la parte in causa si atteggia a martire e non ha alcuna intenzione di dimettersi, quindi converrebbe a questo punto sancire nella Costituzione che “è consentita la propaganda razzista ed è particolarmente gradita quella di sindaci e parlamentari, politici in carriera e aspiranti a una sistemazione in enti collegati”.
Così si eviterebbero inutili e costosi processi e si assegnerebbero medaglie al valore per meriti acquisiti sul campo (rom).
E ci si può anche affacciare al balcone di Romeo e Giulietta a tariffa scontata, visto che attualmente la tariffa per i matrimoni è pure diversa tra veronesi e foresti.
A quando la proposta di legge?
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