TRA M5S E ROUSSEAU E’ FINITA, ORA CONTE VUOLE PORTARE CASALEGGIO IN TRIBUNALE
CASALEGGIO ESIGE I 450.000 EURO DI ARRETRATI
Tra Conte e Davide Casaleggio non c’è mai stato tanto amore. E tantomeno ora, nelle settimane in cui l’ex premier sta ridefinendo il nuovo Movimento 5 Stelle, e sta mettendo nero su bianco un nuovo statuto da proporre ai piani alti e a quelli bassi del partito.
Ma, prima di terminare la messa a punto ha dovuto chiuder tutto e cercare di risolvere la questione Rousseau.
Che rapporto ci sarà tra il nuovo M5s e la piattaforma di proprietà del figlio di Gianroberto Casaleggio, che nel 2009 fondò il Movimento con Beppe Grillo?
Se fosse per l’ex presidente del Consiglio (probabilmente) nessuno. Ma nei mesi scorsi abbiamo imparato a conoscere la diplomazia di Conte, che ci starebbe a una convivenza tra M5s e Rousseau: ridimensionata sì, ma si potrebbe stare assieme.
Davide Casaleggio invece no, non ci sta: insieme come prima, con i regolamenti di prima. Che, in sostanza, significa: ricominciate a pagare la vostra quota a Rousseau, che qui la cassa piange. Mancano infatti circa 450mila euro che i parlamentari non hanno più pagato. Tanto che addirittura alcuni giorni fa il notaio di Rousseau ha chiarito che non ci sarebbero neanche i soldi per modificare lo statuto. In cassa non c’è niente di niente, neanche per indire una votazione.
Il dialogo c’è stato: non c’è stato alcun punto di incontro. Ci ha provato anche Vito Crimi a far da mediatore, ma — come ha già volte ribadito Casaleggio — “Crimi non è più nessuno”, da mesi ormai — per lui — non è più il capo politico (per Grillo invece ancora lo è). E allora si è alzata la voce, e il tesoriere Claudio Cominardi alcuni giorni fa ha aperto il primo conto bancario intestato al M5S: un nuovo contenitore destinato a raccogliere quei soldi che, da mesi ormai, i parlamentari pentastellati hanno smesso di versare all’Associazione di Davide Casaleggio.
Scrive La Stampa:
Di fronte al muro alzato e invalicabile, Conte ha capito di non avere alternative: «Non si può bloccare la vita del partito di maggioranza in Parlamento per la pretesa economica di un privato che gestisce un sito web», è stato il pensiero espresso durante una delle riunioni dell’ultima settimana a cui era presente anche Crimi.
Dunque, non c’è alternativa: si dovrà trascinare Casaleggio di fronte a un giudice. I giuristi interpellati dall’ex premier hanno inquadrato così la situazione. L’imprenditore milanese avrebbe dalla sua l’articolo 1460 del codice civile: «Nei contratti con prestazioni corrispettive — si legge — ciascuno dei contraenti può rifiutarsi di adempiere la sua obbligazione, se l’altro non adempie la propria».
Senza essere pagato, dunque, Casaleggio può rifiutarsi di attivare il voto su Rousseau. Nessun contratto, però, è stato mai firmato tra l’associazione Rousseau e i Cinque stelle — è il ragionamento fatto con Conte — Si tratterebbe dunque di un “contratto di fatto”, ma «in mancanza di un perimetro chiaro di diritti e doveri reciproci, non si può inibire la vita associativa del partito a fronte di una non argomentata e non fondata pretesa economica». L’impegno a versare all’associazione Rousseau 300 euro mensili, che ogni eletto del Movimento sottoscrive al momento della candidatura, è infatti «un patto che l’eletto stringe con il Movimento, non con l’associazione Rousseau».
(da agenzie)
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