TRIBUNALE DI BARI: IL PALAZZO SCELTO DAL GOVERNO E’ DI UN’IMPRENDITORE VICINO A CLAN MAFIOSO
SCOPPIA LA RISSA ALLA CAMERA,VOLANO SCHIAFFI TRA GLI EX AMICI DI FRATELLI D’ITALIA E LEGA… IMBARAZZO DEL MINISTRO BONAFEDE
Il tribunale di Bari rischia di trasferirsi in un edificio di proprietà di un imprenditore ritenuto vicino ad ambienti mafiosi, tanto da prestare soldi a quello che viene definito il presunto cassiere del clan Parisi.
Lo scrive Repubblica che, tracciando un profilo dell’imprenditore Pino Settanni (tra le altre cose definito da Gianpaolo Tarantini “l’unico amico”) ricorda che — dopo una ricerca di mercato — il ministero della Giustizia ha siglato un contratto con la società Sopraf (di Settanni) per una cifra intorno a un milione e 200mila euro all’anno fino al 2024.
E così ora, per il primo atto amministrativo del governo Conte che arriva in Parlamento dopo l’insediamento dell’esecutivo, si consuma il primo scontro tra maggioranza e opposizione.
Da una parte le opposizioni — il Pd in testa — che chiedono un rinvio del voto del decreto, che il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede riferisca in Aula e urla “Onestà , onestà “, evidentemente emulando quello che tante volte hanno fatto i parlamentari dei Cinquestelle.
Una questione che i due sottosegretari alla Giustizia presenti in Aula (Vittorio Ferraresi del M5s e Jacopo Morrone della Lega) non hanno chiarito rimanendo in silenzio per tutta la durata del dibattito.
Dopo un dibattito di oltre un’ora durante il quale è stato chiesto l’intervento risolutivo del ministro della Giustizia, Bonafede ha scritto su facebook che saranno effettuati “ulteriori approfondimenti”.
Dichiarazione che ha, se possibile, alzato ulteriormente la tensione finchè si è arrivati a una vera e propria bagarre nell’emiciclo con uno scontro fisico tra deputati di Fratelli d’Italia e della Lega.
Sono stati visti volare dei ceffoni, con conseguente sospensione dei lavori del presidente Fico. Nel frattempo dai banchi del Pd si è levato il grido: “Dimissioni, dimissioni!”.
Il sottosegretario Vittorio Ferraresi aveva appena iniziato a parlare, infatti, sostenendo di aver “sentito in quest’Aula delle inesattezze gravi, alcune anche con peso penale di cui ciascuno si assume la responsabilità ”.
Parole che hanno scatenato la reazione dell’opposizione. Emanuele Fiano (Pd) ha chiesto al presidente Fico di “richiamare formalmente il sottosegretario che ha minacciato i deputati. Lui non è qui a fare il pm, e non ha il diritto di minacciare”.
Nel frattempo, però, è iniziata una rissa a destra tra deputati di Fdi e della Lega. Fico richiama Marco Silvestroni e un altro deputato, e intervengono i commessi a separare la rissa in corso. Volano schiaffi e pugni e alla fine la seduta viene sospesa.
Il Pd chiede la convocazione urgente della conferenza dei capigruppo. “L’atteggiamento del governo è stato grave e serio”, ha detto il capogruppo Graziano Delrio, sostenendo che “la comunicazione del governo via Facebook è umiliante”. Alla richiesta di Delrio si è associato Francesco Paolo Sisto che ha chiesto “un richiamo esemplare” per il sottosegretario Ferraresi, perchè “qui non si minaccia nessuno”.
“Il governo qui è ospite”, ha ribadito Fabio Rampelli di Fdi stigmatizzando la “minaccia indirizzata verso il Parlamento ed i parlamentari. Va richiamato e basta”. L’incidente si è concluso con Fico che, chiarendo che il governo “qui non è ospite”, ha ricordato al sottosegretario Ferraresi che l’articolo 68 della Costituzione tutela la libertà di espressione e di parola di tutti i parlamentari senza temere risvolti penali.
Bonafede alla fine ha comunicato non in Aula nè attraverso i suoi sottosegretari, ma su facebook.
Dopo l’articolo di Repubblica il ministro ha chiesto “un ulteriore approfondimento“. “Ricordo a tutti — conclude Bonafede — che il decreto legge in discussione alla Camera non riguarda l’assegnazione dell’immobile ma la sospensione dei termini per permettere lo smantellamento delle tende”.
Dichiarazione che — letta in Aula dal capogruppo di Liberi e Uguali Federico Fornaro — non ha placato le opposizioni, anzi hanno suscitato ulteriori proteste.
“Le pare dignitoso — sostiene Alessia Morani, del Pd — che siamo qui a discutere e a chiedere con forza l’intervento del governo in Aula, nel frattempo fuori di qui Bonafede faccia dichiarazioni sul merito della nostra discussione?
Per restituire dignità alla discussione chiami Bonafede qui e chiarisca su questo immobile che è dirimente per noi”.
E rincara la dose Jole Santelli (di Forza Italia): “E’ uno schiaffo per Fico e per l’Aula da parte di un governo Stranamore”.
Dello stesso tenore gli interventi dei deputati di Fratelli d’Italia. “Sospenda l’aula — ha detto Walter Rizzetto rivolgendosi al presidente della Camera — Convochi la capigruppo e faccia in modo che il ministro della Giustizia Bonafede venga in aula a raccontare come stanno veramente le cose. Nella passata legislatura, davanti ad una vicenda così grave, lei con il suo gruppo, avrebbe occupato questa aula. Oggi, da Presidente della Camera e quindi da presidente di tutti i deputati, lei non può far finta di nulla e accettare che un ministro risponda sui social media alla richiesta di chiarezza che arriva dai gruppi parlamentari”.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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