TRUMP DA’ IL VIA LIBERA AGLI OLEODOTTI CHE INQUINERANNO LE FALDE DI ACQUA POTABILE NELLA RISERVA SACRA DEI SIOUX
UNA VOLTA LA DESTRA STAVA CON GLI INDIANI, OGGI LA SPAZZATURA SOVRANISTA DIFENDE GLI SPECULATORI CRIMINALI
Nella riserva Sioux di Standing Rock rullano già i tamburi.
Donald Trump scende sul sentiero di guerra: firmando, poche ore fa, l’ordine esecutivo che sblocca i progetti di due grandi oleodotti.
Uno è appunto il Dakota Access, quello che sventrerà la riserva di Standing rock attraversando appunto le terre sacre dei Sioux, col rischio concreto fra l’altro di contaminarne le acque potabili.
Un progetto da 3,8 miliardi di dollari della Energy Transfer Partners, che dopo mesi di proteste dei nativi, con centinaia di attivisti schierarsi sulle gelide nevi come scudi umani, a dicembre era stato fermato dal governo federale.
Ora i lavori potrebbero riprendere molto in fretta. Come d’altronde le proteste, che in queste ore si stanno intanto già scatenando sui social.
L’ordine esecutivo firmato stamattina a Washington riguarda però anche un altro importante oleodotto. Il famigerato Keysonte Xl, il serpentone progettato dal consorzio Transcanada per trasportare 800 mila barili di petrolio al giorno appunto dal Canada alle raffinerie di Texas e Louisiana, attraversando l’America.
Il progetto, di cui una parte è già stata realizzata, scatena polemiche da anni. L’amministrazione Obama l’aveva infine accantonato ritenendo che l’impatto ambientale era troppo grave rispetto agli scarsi benefici.
L’oleodotto, aveva concluso Obama, non avrebbe infatti fornito un numero sufficientemente alto di posti di lavoro da giustificare l’impresa faraonica.
E col prezzo di petrolio sempre più basso, gli alti costi dell’estrazione dalle sabbie bituminose del Canada era sembrato all’allora presidente un affare ben poco competitivo.
Anche perchè quel tipo di estrazione provoca l’emissione di gas particolarmente inquinanti, che all’epoca (era il 2015) avevano spinto John Kerry ad affermare: “Portarlo avanti minerebbe la nostra credibilità come guida nella lotta al cambiamento climatico”.
Un argomento, com’è noto, che a Donald Trump non interessa affatto visto che al surriscaldamento globale ha già detto più volte di non credere e ha d’altronde voluto Rex Tillerson, già numero uno di Exxon Mobile, come suo Segretario di stato.
Gli ambientalisti, però, promettono battaglia. Annie Leonard, direttore di Greenpeace lo ha detto subito: “Nativi, agricoltori, attivisti: abbiamo bloccato questi progetti in passato e non ci arrenderemo certo ora”.
La guerra è dichiarata.
E con un progetto criminale come questo c’e’ da aspettarsi delle vittime.
(da agenzie)
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