UN QUINTO MANDATO PER ANGELA MERKEL
SI RIAPRE IL DIBATTITO SU UNA SUA RICANDIDATURA NEL 2021, PURE AI VERDI ANDREBBE BENE… E LA CDU VOLA DI NUOVO NEI SONDAGGI OLTRE IL 38%
Era sparito dai media da settimane, non una dichiarazione sulla crisi pandemica in corso. Eppure stiamo parlando del ministro degli Interni tedesco, Horst Seehofer, bavarese, esponente della Csu, alleati della Cdu nel governo di grande coalizione guidato da Angela Merkel. Ebbene Seehofer finalmente riemerge dal suo silenzio con un’intervista alla Bild nella quale parla esplicitamente della possibilità di un quinto mandato della cancelliera al timone del paese più ‘forte’ d’Europa.
In vista delle elezioni dell’anno prossimo, nel bel mezzo di una crisi inedita come quella da Covid-19, in Germania si apre il dibattito su una nuova candidatura di Merkel, nonostante lei abbia deciso di fermarsi dopo ben tre lustri al potere.
Il punto è che lei, molto apprezzata per la gestione della crisi a livello tedesco e anche europeo, andrebbe bene anche ai Verdi, partito che potrebbe sostituire i socialisti in una futura grande coalizione con la Cdu.
“Io non uso gli studi televisivi come il mio soggiorno. Li frequento solo quando ho qualcosa da dire”, premette Seehofer.
Una premessa che evidentemente rafforza ulteriormente il messaggio che segue. “Non posso negare di averne sentito parlare”, dice a proposito della possibilità che sia ancora Merkel la candidata della Cdu alle elezioni dell’autunno 2021. La cancelliera, aggiunge il ministro, ha guidato la Germania “in maniera ancora più efficace in questa crisi. Possiamo essere grati del fatto che in questa situazione abbiamo avuto lei alla guida del paese”.
Va detto che finora Merkel non ha mai lasciato intendere di voler correre di nuovo. Ma la pandemia è un evento straordinario che dà luogo a eventi straordinari. Intanto la gestione Merkel della crisi ha riportato la Cdu in testa ai sondaggi, oltre il 38 per cento. Un miracolo, visto il trend degli ultimi tempi.
Va da sè, che un possibile nuovo round per Merkel come cancelliera è notizia non solo tedesca, ma europea. Con tutti i nodi da sciogliere ancora sul tappeto, comunque l’Ue è arrivata a discutere della creazione di un nuovo strumento economico – il piano di ripresa inserito nel bilancio europeo e finanziato da bond emessi dalla Commissione — grazie alla decisione di Merkel di mediare tra gli Stati membri e lavorare per scongelare i rapporti tra nord e sud Europa, tensioni che per settimane hanno messo a rischio la tenuta dell’Unione. E’ certo che con lei ancora al comando nei prossimi anni, l’Ue avrebbe la garanzia o almeno una solida possibilità per provare a restare unita malgrado le crescenti divisioni interne e le incursioni esterne di Russia e Cina, volte a disgregare l’Unione.
Merkel insomma potrebbe essere un altro bonus per l’Ue, ferme restando tutte le incognite legate alla diffusione del virus e alla crisi economica che seguirà . Ma sono proprio queste incertezze ad aver ispirato in Germania il dibattito su una nuova corsa dell’attuale cancelliera, punto fermo soprattutto in tempi di pandemia.
Di certo, per ora, pare che il virus abbia ‘steso’ i tre candidati al congresso della Cdu, che doveva tenersi ad aprile ed è stato rimandato a fine anno a causa del Covid-19.
Il liberal filo-Atlantico Armin Laschet, premier del Reno-Westphalia, il ‘land’ più colpito dall’epidemia, si è lanciato in critiche sulle ricette dei virologi e la sua popolarità ne ha risentito.
Norbert Rà¶ttgen, parlamentare a capo della Commissione esteri del Bundestag, pure non brilla nei sondaggi. E su Friedrich Merz, parlamentare e dirigente storico del partito, pesa sempre l’ombra dell’ultradestra che lo apprezza molto.
Dopo lo ‘scandalo’ dell’accordo tra Cdu e Afd in Turingia, ‘riparato’ da una furiosa Merkel, questo argomento è tornato tabù in Germania: è stato questo ‘incidente’ a determinare il passo indietro della candidata alla Cancelleria Annegret Kramp-Karrenbauer, ministro della Difesa, e a lasciare la Cdu senza un candidato per l’anno prossimo.
Ecco perchè si riparla di Merkel, malgrado la pandemia abbia fatto emergere altre figure. Come il ministro alla Sanità Jens Spahn, molto apprezzato per la gestione della crisi. Oppure il governatore della Baviera Markus Sà¶der, che però è leader del partito di Seehofer, la Csu. Il partito di Merkel cede il candidato alla cancelleria agli alleati solo quando davvero non ha altre carte da spendere e, soprattutto, se va male nei sondaggi.
Ma con Merkel questo non sta succedendo: da quando è scoppiata la pandemia, la Cdu vola oltre il 38 per cento, staccando tutti gli altri partiti, compresi i Verdi che a febbraio la insidiavano quando il partito della cancelliera era sceso sotto il 30 per cento.
Ora i Grunen sono ritornati sotto il 20 per cento, esattamente al 16 per cento, hanno perso 5 punti, un calo forse dovuto alla loro iniziale battaglia sugli eurobond, argomento non proprio popolare tra i tedeschi.
E infatti un eventuale nuovo mandato di Merkel oggi è particolarmente apprezzato anche dai Verdi, che ambiscono a sostituirsi ai socialisti nella ‘Grande coalizione’: al momento anche la Spd è al 16 per cento nei sondaggi.
Di certo, con le sue doti di mediazione, la cancelliera convince i suoi potenziali alleati molto più degli altri nomi in corsa per la guida della Cdu.
“Abbiamo apprezzato la gestione saggia della crisi da parte di Merkel. Quanto a un quinto mandato, si vedrà . Ora siamo in un fase d’emergenza molto particolare, ma dopo dovremo tornare ad affrontare l’emergenza che rimane, quella climatica, con una trasformazione profonda. Si vedrà chi sarà pronto a rilevare questa sfida”, dice l’eurodeputata dei Verdi Alexandra Geese.
E pensare che a febbraio, quando i Grunen erano quasi testa a testa nei sondaggi con la Cdu, era spuntato anche il nome della loro candidata cancelliera: Annalena Baerbock, co-presidente del partito insieme al popolare Robert Habeck, nata in Bassa Sassonia, studi alla London School of Economics, 38 anni, sposata con due bambini, ambientalista che coniuga l’ecologia alle tematiche sociali. Ma anche lei potrebbe fare il passo indietro, rispetto alla sempiterna Merkel.
(da “Huffingtonpost”)
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