UN RENZI INQUIETO CHIEDE AIUTO AL CAPOSCOUT
PREOCCUPATO CHE LE BUGIE VENGANO A GALLA, ORA AUSPICA UNA CABINA DI REGIA CON NAPOLITANO E DRAGHI
La squallida battuta sull’Ue gli scappa anche oggi, “Bruxelles chi? Non vorrei poi che qualcuno si dimettesse come Fassina…”, ma sembra solo il retaggio di un Renzi ex rottamatore, che in questa estate difficile sta lasciando il posto a un premier preoccupato.
Martedì l’incontro -che doveva restare segreto- con Mario Draghi nella casa di campagna del presidente della Bce a Città della Pieve.
In serata il summit con Napolitano nella tenuta presidenziale di Castelporziano, sul litorale romano. Un incontro durato più di due ore.
Sul tavolo i dossier economici e le solite bozze di riforme che il premier dovrebbe mettere in campo da fine agosto.
Renzi non balla più da solo, è l’interpretazione legittima di queste ultime mosse.
A palazzo Chigi i numeri difficili di questo agosto piovoso, dalla recessione tecnica alla deflazione, non vengono certo interpretati come un flop dei primi mesi di governo, e neppure come uno scarso impatto degli 80 euro (“Bisogna aspettare ancora che diano frutti”), ma certamente l’allarme per i prossimi mesi è alto.
Il mantra ripetuto è che “bisogna accelerare con le riforme”, ma l’emergenza va affrontata subito.
Ascoltando anche i saggi consigli del Capo dello Stato e del presidente della Bce. Forse è eccessivo parlare di “cabina di regia”, o di “war room”, ma è chiaro che in questa prima vera difficile prova, l’ex rottamatore ha bisogno di sponde.
“Con Draghi ci vediamo spesso, tutto era già a posto da prima, l’Italia non è un osservato speciale”, ha detto stamattina visitando i cantieri dell’Expo di Milano, spacciata come una grande occasione di ripartenza proprio sull’asset fondamentale dell’agroalimentare.
Sulla stessa linea il sottosegretario Graziano Delrio che, a proposito dell’accordo con la Commissione di Bruxelles sui Fondi Ue e della lettera di osservazioni ricevuta dall’esecutivo a luglio, parla di “un dialogo costante tra il governo e la commissione”, di “affinamenti e precisazioni, molto spesso completamente condivisibili”.
Tentativi di salvarsi in corner, dopo essere stati messi alle corde dalla Ue.
Si cerca un rapporto dialettico con Bce e Commissione. E grandissima attenzione alle osservazioni del Capo dello Stato, dai temi internazionali fino ai dossier economici, passando per il capitolo riforme istituzionali, su cui il Colle si è molto speso nelle ultime settimane per ribadirne la necessità e fugare ogni fantasma di “derive autoritarie”.
Col presidente Napolitano, Renzi ha parlato dei recenti botta e risposta con i vertici delle istituzioni europee, ma anche delle sue ricette per restare sotto il 3%, della spending review e del capitolo giustizia, irrisolto per tutto il ventennio berlusconiano, e tuttavia sempre più necessario per dare un messaggio rassicurante agli investitori stranieri.
La situazione è seria, le sponde di Draghi e del Colle sono necessarie, ma Renzi cerca di veiccolare il messaggio che non è clima da ultima spiaggia.
Nonostante le profezie di Berlusconi su un nuovo 2011, a palazzo Chigi sono convinti che la situazione sia rattoppabile. Anche perchè tre anni fa il governo Berlusconi era uscito fiaccato dalle amministrative e dai referendum della primavera, con la vittoria di Pisapia a Milano e il quorum raggiunto dai referendari.
Questo governo invece è reduce da un forte successo nelle urne, con il Pd sopra il 40%. Un capitale troppo ampio per esaurirsi in tre mesi. Anche se i conti sono in rosso.
Domani nuovo tour nel Mezzogiorno, Napoli, Reggio Calabria e poi la Sicilia: Gela e Termini Imerese.
Lo show continua, ma il capocomico comincia a essere in affanno.
Leave a Reply