UNA BICICLETTA PER IL GENEROSO SHAHIB
OGNI GIORNO RAGGIUNGE A PIEDI L’OSPEDALE PER ASSISTERE L’AMICO CADUTO DA UNA IMPALCATURA SUL LAVORO… PRIMA LO FACEVA IN BICI, POI GLIEL’HANNO RUBATA
Shahib Abdirahman, ghanese di 36 anni, ogni giorno, da due settimana, va all’ospedale di Casale Monferrato, reparto di Neurologia, ad assistere il connazionale Teven Wetti, 30 anni, che cadendo da un’impalcatura mentre lavorava in una ditta si è procurato un trauma cranico ed è finito in coma.
In bicicletta, un tragitto da una decina di minuti; gliel’hanno rubata sotto casa in via Mellana e ora a Shahib per andare ad assistere l’amico non restano che le suole delle scarpe.
«Teven è uscito dal coma — racconta Shahib — ma non sta ancora bene. Certe parole non riesce a pronunciarle e usa il dialetto “twi” africano che non tutti capiscono. Così io e gli altri due ghanesi che lo assistiamo facciamo da interpreti. Ho chiesto al medico come sta il mio amico e mi ha detto che adesso gli faranno una Tac per controllare i progressi. Ci vuole tempo per recuperare e io gli faccio da fratello maggiore. Quando ci siamo noi, Teven è più tranquillo».
Per la bicicletta Shahib ha sporto denuncia ai carabinieri: «Era chiusa con un lucchetto, che i ladri hanno tagliato».
È lontano mille miglia il viaggio di entrambi i ghanesi su barconi partiti dalla Libia nel 2011.
Qui a Teven e Shahib è stato riconosciuto lo stato di profughi e lavorano: il primo per un’azienda agricola, il secondo per la cooperativa Senape, anche se aveva in cuore altri sogni.
Voleva fare l’attore, da quando, a luglio, interpretò un «vu cumprà » nella pellicola «Paradiso», di Niccolò Gentili e Ignacio Paurici al MonFilmFest, la rassegna di cinema di giovani registi e attori da due anni a Casale per l’associazione Immagina e il Comune. «Ha un vero talento» avevano detto i due registi; e il film vinto un premio.
Messo da parte il suo sogno, resta il problema di Teven. E della bicicletta. Chi può aiutare Shahib a procurarsene un’altra? Nel caso, farà felici due persone, due amici, lui e il connazionale malato.
E se di bicicletta ne arrivasse più di una, non andrebbe comunque sprecata: la ciclofficina di piazza Venezia ha riaperto i battenti in questi giorni.
«Ripariamo anche biciclette fuori uso – dice Riccardo Revello -. Ogni settimana, abbiamo richieste anche da persone che non se le possono permettere».
La struttura, al Mercato ortofrutticolo, è aperta lunedì e giovedì dalle 17,30 alle 20 (telefono 392- 6462505), oppure – per aiutare Shahib – ci si può rivolgere alla cooperativa Senape di via Lanza (tel. 346-5507721)
(da “La Stampa“)
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