VANNACCI NON HA ANCORA FATTO IL PARTITO MA GIÀ PARTE CON LE ESPULSIONI: IL GIORNALISTA MARCO BELVISO, REFERENTE PER IL NORDEST DELL’ASSOCIAZIONE “IL MONDO AL CONTRARIO”, È STATO CACCIATO
LA SUA COLPA? AVER RILASCIATO UN’INTERVISTA AL QUOTIDIANO “IL TEMPO”, DOVE SOSTENEVA CHE SECONDO LUI VANNACCI DOVREBBE SPOSTARE A DESTRA LA LINEA DELLA LEGA
Il partito non esiste ancora, ma fra i vannacciani sono già cominciate rese dei conti ed espulsioni.
La prima testimonianza arriva dal Veneto e riguarda uno dei quadri dell’associazione “Il Mondo al Contrario”, la prima e anche la più strutturata fra le varie sigle che un po’ in tutta Italia seguono il generale eletto come eurodeputato indipendente nelle liste della Lega.
Marco Belviso, giornalista e referente per il Nord Est oltre che fondatore in prima persona del movimento Gli amici del Nord Est per Vannacci, ha infatti pubblicato sui social un documento di espulsione spiegando che domenica pomeriggio tre esponenti di primo piano del Mondo al Contrario (il presidente Fabio Filomeni, il segretario Bruno Spatara e il tesoriere Gianluca Priolo) si sono presentati a casa sua a Mestre chiedendogli di sottoscriverlo.
Tecnicamente una seduta straordinaria del Consiglio di gestione del movimento che il 23 novembre a Grosseto comincerà la sua trasformazione da soggetto culturale a soggetto politico. La colpa di Belviso? Aver rilasciato un’intervista al quotidiano Il Tempo dove sosteneva che secondo lui Vannacci dovrebbe, prima ancora che fondare un suo partito, spostare a destra la linea della Lega in opposizione ai governatori Luca Zaia e Massimiliano Fedriga.
Il documento di epurazione cita l’articolo 3.4 sui diritti e doveri degli iscritti che vieta di parlare pubblicamente di cose diverse dai contenuti del libro del generale e le raccomandazioni più volte espresse da Filomeni sulla necessità di astenersi da commenti politici e in particolare modo sul Carroccio.
«Sono circa le 17 di domenica pomeriggio quando ricevo un messaggio whatsapp di una persona che reputo un amico e mi comunica che sta per arrivare dalla Toscana a casa mia; suona il citofono, apro la porta ma assieme a lui si presentano altre due persone che vedo personalmente per la prima volta- scrive Belviso su Facebook-. Toni duri, mi dicono di restare in piedi e mi intimano di interrompere la mia professione di giornalista; poi estraggono un foglio che vogliono che firmi immediatamente.
I loro toni si fanno più minacciosi, la loro voce si alza, partono delle minacce neanche tanto velate. Suona nuovamente il citofono, così i tre scendono velocemente e salgono a bordo di una vettura nera con un quarto uomo al posto di guida, restato in attesa, con il motore acceso».
Il documento di espulsione, che Belviso non ha firmato, sembra comunque non ammettere repliche o ulteriori chiarimenti.
Il presidente Filomeni, contattato da La Stampa, lo conferma ulteriormente: «La lettera del Comitato di Gestione consegnata al sig. Belviso e dallo stesso resa pubblica è già eloquente sulle motivazioni della sua espulsione dal Comitato del quale ad oggi non ne fa più parte e non può parlare a nome dello stesso. Se questo signore persiste nell’esprimersi in termini lesivi dell’onorabilità del Comitato o dei suoi appartenenti ci vedremo costretti a rivolgerci nelle sedi opportune».
(da agenzie)
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