VERGOGNA RAGGI: “400 RIFUGIATI E BAMBINI SGOMBRATI E LASCIATI PER STRADA DAL COMUNE”
LA DENUNCIA CIRCOSTANZIATA DELL’UNICEF: “E’ QUESTA LA RISPOSTA FRANCESCANA DELLA RAGGI?”… DECINE DI BAMBINI E ANZIANI PER STRADA, AIUTATI SOLO DAI CITTADINI E DALLE ASSOCIAZIONI
Molti sono rimasti per strada, nella zona dove fino a qualche giorno fa c’era casa, una casa di fortuna ma pur sempre un tetto e un letto, altri sono andati via, in un’altra parte della città o proprio altrove, chissà , in cerca di un nuovo posto in cui vivere.
Sono circa cinquecento, tra richiedenti asilo e non, le persone che vivevano nei due stabili in via di Vannina, zona Tiburtina periferia est di Roma, sgomberati e bisognosi di cura e assistenza.
Anziani, bambini anche molto piccoli, donne e uomini che vivevano in quella zona e abitavano in quei due edifici da quattro anni.
Al termine dello sgombero uno è stato chiuso, con tanto di lucchetto, filo spinato e vigilantes a fare da guardia.
A sollevare il caso, un comunicato con cui cui gli attivisti di LasciateCIEntrare, Baobab Experience, Alterego, WILPF Italia, hanno resocontato la loro visita a via di Vannina, l’incontro con gli sgomberati rimasti lì, per strada.
“Abbiamo visto bambini ancora con la voglia di giocare e piangere come tutti i bambini fanno, uomini stanchi (i giovani sono quelli che con più probabilità hanno individuato e scelto altre zone di Roma dove stabilirsi transitoriamente), donne, madri giovani ed anziane che evidentemente spossate ed impaurite hanno accolto il cibo e l’acqua ed i beni di primissima necessità portati da alcuni cittadini”, si legge.
Gli attivisti scrivono di essere “stati allertati nei giorni scorsi da una operatrice avvisata dai richiedenti asilo, che è riuscita a raccogliere testimonianze allarmanti, come lo sgombero sia davvero avvenuto ai limiti della legalità da parte delle forze dell’ordine. Quattro sono state le ambulanze che sono dovute intervenire per portare alcuni feriti al pronto soccorso. Nessuna organizzazione umanitaria è stata contattata e coinvolta in un’operazione del genere, nessuno neanche dal Comune di Roma si è posto il problema di dove “ricollocare” 500 persone tra i quali soggetti vulnerabili che forse – si legge ancora nel comunicato – si preferisce far dormire per strada anzichè sotto un tetto di eternit, ma con almeno due muri intorno”.
Già l’assistenza, dovrebbe assicurata agli anziani, agli uomini e alle donne sgomberati da via di Vannina. E ai bambini, ai tanti bambini costretti ora a giocare sui marciapiedi.
A loro ha pensato il portavoce dell’Unicef, Andrea Iacomini: “È questa la risposta “francescana” della Sindaca Raggi al ‘problema’ dei migranti? Lasciare che decine di bimbi che hanno bisogno di protezione e aiuto vivano in strada? Ci sono centinaia di persone accampate lungo le strade romane – ha aggiunto Iacomini – bambini che piangono, che giocano con le poche cose che sono riusciti a prendere prima dello sfratto, prima che la loro casa fosse sigillata col filo spinato. I bimbi in strada sono esposti a mille rischi, inutile negarlo”
E in effetti, è difficile non associare lo sgombero degli stabili di via di Vannina alle ultime dichiarazioni della sindaca di Roma sui migranti. Non oltre due giorni fa, Raggi, dopo aver chiesto al Ministro degli interni una moratoria sui nuovi arrivi di migranti, garantiva: “Roma fa la sua parte e continuerà a farla come anche tutte le altre città grandi e piccole. L’accoglienza dei più fragili è prima di tutto un dovere morale che deve tuttavia essere attuato con regole precise e in maniera controllata per evitare sacche di illegalità e fenomeni opachi come quelli visti in passato proprio qui a Roma”.
E allora cosa sta succedendo sull’emergenza esplosa a via di Vannina?
Nel caso di uno sgombero il Comune, che siede con Questura e Prefettura al tavolo dell’ordine e della sicurezza al quale vengono valutati e discussi tali provvedimenti disposti in genere in seguito a sentenza del Tribunale, risulta informato e dovrebbe garantire l’assistenza e, in molti casi anche la sistemazione in luoghi consoni a garantirne la tutela, agli sgomberati.
Assistenza che dovrebbe essere assicurata anche qualora lo sgombero fosse disposto per ragioni di sicurezza dello Stato – avviene ad esempio nell’ambito delle operazioni antiterroristiche – e quindi (pur essendo ipotesi piuttosto rara) senza che il Comune ne sia stato informato.
“Alla sala operativa sociale (istituita al Comune di Roma nel 2002 per affrontare le emergenze di carattere sociale che si verificano sul territorio cittadino, ndr) dicono di non saperne nulla, dello sgombero di via di Vannina”, ha spiegato all’HuffPost Gabriella Guido, portavoce di “LasciateCIEntrare”, intervenuta tra i primi a prestare soccorso agli sgomberati nei due stabili di Roma est.
Dove, nel frattempo, l’emergenza, acuita dal caldo degli ultimi giorni, si fa sempre più critica. “Tra coloro che sono rimasti nella zona sgomberata – spiega – ci sono tanti bambini e anziani. Noi, supportati anche da molti residenti, stiamo garantendo assistenza portando acqua, cibo e materiale medico. Ma è evidente che la situazione non può essere gestita così ancora per molto. Queste persone sono sfinite ma anche molto arrabbiate. Per non parlare dei tanti, giovani, che sono andati via. Più d’uno ci ha raccontato che durante lo sgombero si è visto anche sottrarre documenti e telefonino”.
(da “Huffingtonpost”)
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