VINCE FILLON, RINCORRENDO MARINE: LA MINESTRA E’ SEMPRE LA SOLITA DESTRA ECONOMICA CHE FAVORISCE I CETI BENESTANTI
FILLON BATTE JUPPE’ 68% A 32%… NEL SUO PROGRAMMA: MENO TASSE SOLO AI PIU’ RICCHI, TAGLI DI 500.000 POSTI NEL PUBBLICO IMPIEGO, 48 ORE DI ORARIO DI LAVORO, PENSIONE A 65 ANNI, FINE DELLA SANITA’ GRATUITA AI PIU’ POVERI, GREMBIULI AGLI ALLIEVI A SCUOLA, POLITICA ESTERA FILORUSSA
Marine Le Pen sembra avere un nuovo rivale, con il quale dovrà confrontarsi sullo stesso terreno di gioco per convincere i francesi prima delle elezioni presidenziali del prossimo anno.
Franà§ois Fillon si è aggiudicato il ballottaggio delle primarie dei Rèpublicans con il 68,3% delle preferenze, distaccando di 37 punti Alain Juppè, rimasto fermo al 31,6%. Un risultato provvisorio che verrà confermato solamente in tarda serata.
In quest’ultima settimana il sindaco di Bordeaux non è riuscito a colmare lo scarto accumulato domenica scorsa al primo turno, quando il suo rivale ha riportato un risultato del tutto inaspettato, ottenendo il 44% delle preferenze
L’ex premier di Sarkozy è stato protagonista di un’improvvisa escalation che nell’ultimo mese lo ha proiettato in cima alle preferenze.
Le proposte moderate di Juppè non hanno convinto gli elettori di destra, che si sono orientati verso idee più radicali e gaulliste.
L’affluenza di oggi ha testimoniato l’importanza data dai francesi a queste primarie, le prime organizzate nella storia della destra e considerate da molti come uno dei principali test in vista delle prossime presidenziali, previste tra maggio e aprile del prossimo anno. Alle 17h00 avevano già votato 2,9 milioni di persone, una mobilitazione leggermente maggiore rispetto a quella del primo turno, che alla stessa ora aveva registrato 2,8 milioni di elettori.
La candidatura di Fillon all’Eliseo costringerà i suoi avversari a ridisegnare le strategie preparate in questi ultimi mesi. L’uscita di scena di Sarkozy e Juppè ha stravolto tutti i piani, costringendo analisti e osservatori a disegnare nuovi scenari politici.
Il programma di Fillon si posiziona in diretta concorrenza con il Front National di Marine Le Pen grazie ad una serie di proposte sociali di stampo conservatore ottocentesche.
L’ amicizia con il presidente russo Vladimir Putin, l’endorsement della Manif pour Tous, (movimento cattolico contrario ai matrimoni omosessuali), e le sue posizioni antiabortiste e ultracattoliche potrebbero attirare le simpatie dell’elettorato dell’estrema destra francese, livellando così lo svantaggio che i Rèpublicains avrebbero nei confronti del partito lepenista.
Tra le proposte di Fillon il taglio di 500mila posti di funzionari pubblici, l’abolizione delle 35 ore portando l’orario legale di lavoro a 48 ore, meno tasse per i ricchi e austerità generalizzata per i più modesti, età della pensione a 65 anni e fine della sanità gratuita per i più poveri.
Fillon ha anche evocato l’idea di rivedere i manuali scolatici di storia, per tornare alla «narrazione nazionale» di un tempo (vuole mettere anche i grembiuli agli allievi).
Secondo il vice presidente del Front National, Florian Philippot, i progetti presentati da Fillon conterrebbero alcune idee di una “violenza inaudita”, definendo la figura del candidato repubblicano come una “Tatcher con 30 anni di ritardo”.
Questa competizione tra destra ed estrema destra potrebbe andare a vantaggio del Partito Socialista, lacerato da una crisi interna che ne sta mettendo a repentaglio la stabilità .
In un’intervista rilasciata questa mattina a Le Journal de Dimanche, il Primo Ministro Manuel Valls non ha escluso una sua candidatura alle prossime primarie della sinistra, previste per il 22 e 29 gennaio.
“Prenderò la mia decisione con coscienza” ha detto Valls, riconoscendo che “nelle ultime settimane il contesto è cambiato”. Parole, queste, pronunciate nell’attesa che anche Franà§ois Hollande sciolga le riserve su una sua eventuale discesa in campo. Secondo indiscrezioni trapelate in questi giorni, la dirigenza del partito vedrebbe di buon occhio una candidatura del Primo Ministro, dato nei sondaggi al 65% contro Hollande, fermo al 23%.
Il tasso di popolarità del Presidente è ai minimi storici, con solo il 4% dei francesi che giudicano positivamente il suo operato.
Un record in negativo che prima di oggi nessun presidente della V° Repubblica aveva mai raggiunto.
Contro le sue posizioni conservatrici, giudicate spesso reazionarie, la sinistra dovrebbe tornare sui suoi passi, rivedendo alcune decisioni prese durante quest’ultimo mandato, prima fra tutte la tanto contestata riforma del lavoro.
Per riuscire nell’impresa, l’intero partito socialista dovrà far fronte all’avanzata delle destre francesi in modo compatto e unito, un atteggiamento che per il momento sembra essere lontano dalla realtà .
(da agenzie)
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