VOLI DI STATO E STAFF: LA TRASPARENZA E’ SOLO UN OPTIONAL
SUL SITO DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO NON RISULTANO AGGIORNATI DA OLTRE UN ANNO I DOCUMENTI SULLA COMPOSIZIONE DEGLI UFFICI
Voli di stato top secret per tutelare le alte cariche dello stato. Ma anche per cancellare,
pezzo dopo pezzo, la trasparenza. Il caso dell’aereo della presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen, costretto a un atterraggio di emergenza in Bulgaria per un presunto attacco cibernetico da parte dei russi, è diventato il pretesto per limitare l’accesso alle informazioni.
L’idea è stata fatta circolare dal ministero della Difesa, soprattutto per i viaggi del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e della premier, Giorgia Meloni, evitando la possibilità di tracciare i voli sui siti specializzati. La preoccupazione è che si voglia allargare la platea del divieto di pubblicazione. Al di là di tutto, nemmeno il database che riporta l’uso dei voli di stato da parte dei ministri è proprio impeccabile
È stato aggiornato a singhiozzo negli ultimi mesi: il file di maggio risulta non raggiungibile, quello di giugno non è stato pubblicato (verosimilmente perché non ci sono stati voli, ma non c’è alcuna specifica che sarebbe alla base dalle trasparenza). Come risposta a queste lacune, arriva il progetto di apporre ancora di più il bollino del top secret.
Staff non aggiornati
Ed è chiaro che per il governo la trasparenza sia un optional. Il sito di palazzo Chigi non comunica i cambiamenti negli staff da ormai un anno. Un piccolo record. Per quanto riguarda la composizione degli uffici di diretta collaborazione della presidente del Consiglio e dei suoi vice, Antonio Tajani e Matteo Salvini, l’ultimo aggiornamento risale all’8 agosto 2024, mentre per i consiglieri dei ministri senza portafoglio e dei sottosegretari, di stanza a palazzo Chigi, la pubblicazione più recente (si fa per dire) è quella del 13 settembre dello scorso anno.
Eppure, non è che non ci siano stati cambiamenti importanti nella compagine governativa. A dicembre si è insediato Tommaso Foti come ministro del Pnrr e delle politiche di Coesione, al posto di Raffaele Fitto, passato a Bruxelles con i galloni di vicepresidente della commissione europea. A giugno, invece, è stato nominato un sottosegretario al Sud, Luigi Sbarra.
È poi notizia di qualche settimana fa, la decisione della sottosegretaria ai Rapporti con il parlamento, Matilde Siracusano, che ha annunciato la fine del rapporto di collaborazione con il suo segretario, Paolo Posteraro, coinvolto nell’inchiesta che ha portato alle dimissioni del presidente della regione Calabria, Roberto Occhiuto (compagno di Siracusano). Insomma, la sezione relativa agli incarichi presso gli uffici di diretta collaborazione della presidenza del Consiglio necessitava di un corposo aggiornamento.
Ci sarebbe peraltro una norma di legge che regola la trasparenza,
imponendo la pubblicazione dei nuovi dati, ma di fatto non sono prescrizioni perentorie. E quindi ci si affida al buon cuore degli uffici preposti.
Una certa allergia della destra alla trasparenza si è palesata sul caso-Almasri. Sono stati tenuti sotto chiave i documenti più scottanti sul contenuto degli interrogatori, ignorando la richiesta avanzata dal presidente della giunta per le autorizzazioni, Devis Dori, di desecretare il materiale e metterlo a disposizione di tutti i parlamentari, incluso il gruppo di Italia viva che non è rappresentato nella giunta. Anzi è trapelato il fastidio di Fratelli d’Italia di nominare un deputato del Pd, Federico Gianassi, come relatore. Proprio per il timore che potessero circolare troppe informazioni.
(da agenzie)
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