150.000 IN CORTEO A ROMA CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE: “LOTTIAMO CONTRO IL PATRIARCATO”
IL COLORITO CORTEO DI “NON UNA DI MENO”… BRUCIATA SIMBOLICAMENTE LA FOTO DI VALDITARA
L’anno scorso era stato il corteo della commozione, l’onda emotiva creata dal femminicidio di Giulia Cecchettin e dall’uscita del film C’è ancora domani aveva portato nelle strade di Roma mezzo milione di persone.
Quest’anno la manifestazione contro la violenza sulle donne è stata di nuovo imponente ma alla commozione è subentrata la rabbia contro il governo e innanzitutto contro il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara che lunedì 18 novembre alla presentazione della fondazione creata da Gino Cecchettin ha affermato che il patriarcato è estinto da un punto di vista giuridico e ha sottolineato che la violenza sulle donne è anche causa dell’immigrazione irregolare.
Un’immagine del ministro è stata bruciata dalle militanti del collettivo Aracne durante una manifestazione alternativa organizzata davanti al dicastero di viale Trastevere.
Nel corso del corteo principale, invece, numerosi sono stati i cartelli contro il ministro. «Valditara scegliti un insulto». Oppure le cifre sui femminicidi e la scritta: «Valditara vergognati».
Dal carro che che apre il corteo chi prende la parola ricorda che ‘il patriarcato esiste’ oppure invita il ministro a guardarsi allo specchio se vuole trovare il patriarcato. Ci sono le foto di Giorgia Meloni e di Eugenia Roccella imbrattate di sangue e cori contro la presidente del Consiglio mentre su uno dei carri che sfilano in corteo si legge: «transfemministe ingovernabili contro la violenza patriarcale». Un’attivista scrive: «104 morti di Stato. Non è l’immigrazione ma la vostra educazione», mentre un’altra manifestante espone un cartello dove si legge che «siamo le nipoti delle streghe che non siete riusciti a bruciare». E ancora: «Gli stupratori sono stati inventati prima delle minigonne», «Non siamo macchine per la riproduzione, ma donne pronte alla rivoluzione», «il corpo è mio, decido io». Un’altra ‘azione’ delle manifestanti è stata invece ispirata al gesto di Ahoo Daryaei, la studentessa iraniana che si era spogliata all’Università a Teheran.
La richiesta che arriva dalla piazza è di corsi di educazione affettiva e sessuale nelle scuole in orario curricolare, una richiesta che è presente in un emendamento alla legge di Bilancio presentato da Riccardo Magi, segretario di +Europa.
«Visto che del progetto annunciato da Valditara non si è saputo più nulla, chiediamo l’inserimento nella programmazione didattica curricolare ed extracurricolare delle scuole secondarie di primo e secondo grado (medie e superiori) di corsi di informazione e prevenzione sulla salute sessuale e sull’educazione sessuale e affettiva. Per sostenere questa misura chiediamo che sia approvato l’emendamento alla legge di Bilancio proposto da +Europa che chiede di incrementare il fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità», afferma Magi.
(da agenzie)
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