PASSIAMO AI POLITICI ANCHE GLI ALIMENTI
UN PARLAMENTARE AL RISTORANTE DELLA CAMERA PAGA 12 EURO…GLI ALTRI 12 LI PAGA IL CONTRIBUENTE…I PORTABORSE PRANZANO CON 3 EURO E GLI ALTRI 7 LI PAGHIAMO NOI
Consiglio la lettura di questo articolo in orario lontano dai pasti principali, in quanto temo potrebbe causare un blocco dell’apparato digerente del cittadino medio per crisi nervosa. Soprattutto è sconsigliato a quelle famiglie che il 20 del mese si ritrovano in grosse difficoltà per arrivare alla fine del mese, tartassate da bollette di vario genere e impossibilitate a fare una congrua spesa al supermercato.
Fatta questa doverosa premessa, a tutela della salute pubblica, entriamo nel merito: parliamo del servizio ristorazione degli onorevoli deputati e senatori della Repubblica italiana, nonchè dei loro collaboratori e portaborse vari. Iniziamo, come sempre, dai dati ufficiali che non temono smentite: l’intera ristorazione nel 2007 alla Camera ha avuto un costo di 5 milioni e 200 mila eurini. Ma le entrate, cioè i soldi pagati da chi ha effettivamente mangiato in mense e ristoranti di Montecitorio si fermano a 1 milione e 400 mila euro. La differenza di 3 milioni e ottocentomila euro tra primi, secondi, frutta, dessert, acqua e vino indovinate chi la paga…esatto…il contribuente italiano.
Nel ristorante interno della Camera, ad es. per un abbondante pasto completo, il deputato non spende più di 12 euro ( anche meno se si limita) e la Camera versa invece a chi lo gestisce 24 euro in ogni caso ( coi soldi del contribuente ovvio), cosicchè 12 li mette il deputato e 12 li mettete voi, per capirci meglio…contenti vero?
Andiamo avanti, esistono poi i ristoranti o self service convenzionati per deputati, collaboratori, dipendenti e portaborse vari: ristorante Marini in piazza San Silvestro, incrocio tra via del Corso e Piazza Barberini, nel cuore della Roma barocca, convenzionato con la Camera… euro 3,75 per 4 portate ( primo, secondo, contorno, macedonia e vino, con ampia scelta differenziata secondo i gusti)…bar vicino, non convenzionato coi politici: euro 3,50 per 1 tramezzino e bottiglietta piccola di minerale…Città a due prezzi per un Paese sia a pezzi che a due prezzi, la Casta e la gente comune. Per ogni pranzo qua la Camera versa 11 euro alla ditta cui è stato affidato il servizio, quindi i contribuenti pagano il pasto del portaborse del politico circa 7 euro a coperto, per la differenza tra 11 e 3,75 euro circa.
In pratica, sui prezzi pagati realmente, il politico o chi per esso paga dal 25 al 50% del costo, il contribuente ci mette la differenza del 75 o 50%.
Il tutto avviene con una tessera ricaricabile in dotazione da 10, 20 o 30 euro che si consegna per scarichi parziali al ristorante che è convenzionato a Montecitorio per 46.000 pasti l’anno.
E nessuno dica che segnalare questi fatti è fare del qualunquismo: di fronte a un’inflazione quasi dell’8%, dinanzi a code sempre più numerose ai centri di solidarietà della Caritas, per ottenere dei generi di prima necessità da parte di famiglie che finora erano riuscite a barcamenarsi senza dover vivere il disagio sociale, ci può essere solo indignazione verso una classe politica che specula su tutto in modo vergognoso, pensando solo ai propri interessi.
Penso a quanti italiani vivono le ristrettezze economiche con dignità e mi accorgo che è proprio la “dignità ” quella che invece manca a troppi “privilegiati”, lontani dal comune sentire, dal cuore e dall’anima della nazione. A bordo delle auto blu… ma in fondo sono loro i veri miserabili.
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