Aprile 26th, 2010 Riccardo Fucile
NESSUNO PUO’ OBBLIGARLO A DIMETTERSI E NON PUO’ ESSERE SFIDUCIATO NEMMENO DALLA SUA ASSEMBLEA…SULL’ORDINE DEI LAVORI DECIDE ALLA FINE SEMPRE LUI, PUO’ CONDIZIONARE TEMPI E CONTENUTI…E PUO’ CONCEDERE O MENO LA VOTAZIONE A SCRUTINIO SEGRETO A SUA DISCREZIONE
Come già sottolineato da tutti i costituzionalisti, nessuno può pretendere le dimissioni di Gianfranco Fini.
Non solo per motivi politici, in quanto il diritto di libera espressione dovrebbe essere garantito da un partito che richiama la libertà nel suo simbolo e che dovrebbe quindi essere estraneo a una visione “proprietaria” del Pdl, ma soprattutto perchè la Costituzione è chiara.
Il presidente della Camera viene nominato dall’Assemblea e, in base ai regolamenti, eletto con maggioranza qualificata.
Una volta incardinato nella sua funzione, il presidente mantiene la sua autonomia nei confronti di maggioranza e opposizione.
Se potesse essere sfiduciato, verrebbe meno il suo ruolo di garanzia.
L’art. 8 del Regolamento di Montecitorio precisa che “rappresenta la Camera e ne assicura il buon funzionamento” e assume quindi un ruolo istituzionale nella definizione dei tempi e dei contenuti della produzione legislativa.
In particolare gli art. 23 e 24 precisano che “il Presidente cura l’organizzazione dei lavori convocando la Conferenza dei presidenti di gruppo e predispone, in caso del mancato raggiungimento della maggioranza prevista dal regolamento, il programma e il calendario”.
In pratica ogni settimana si riuniscono i capigruppo di maggioranza e opposizione nella biblioteca del presidente e discutono quali disegni di legge e quali progetti di iniziativa parlamentare si debbano iscrivere all’ordine del giorno, per poi trattarli in aula. Continua »
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Aprile 26th, 2010 Riccardo Fucile
IL 64% DEGLI ITALIANI LO RITIENE IL VINCITORE DELLO SCONTRO IN TV… “VOLETE VIETARE AI MIEI DI PARTECIPARE ALLE TRASMISSIONI? ALLORA IN TV ORA CI VADO IO”… IERI OSPITE DI LUCIA ANNUNZIATA, MARTEDI A BALLARO’…”CON NOI DOVRANNO FARE I CONTI, SENZA DI NOI NULLA POTRA’ ESSERE PIU’ DECISO”… LA LEGA ORA HA PAURA
L’analisi del politologo Carlo Galli è impietosa: “Bossi ha capito subito chi è uscito vincitore dallo scontro fatale tra Berlusconi e Fini: lo sfregio al corpo mistico del Capo lo ha indebolito sul decisivo piano simbolico. Fini avrà un prestigio, una capacità di iniziativa politica che lo renderanno pericoloso punto di riferimento e di coagulo di ogni malumore e di ogni scontento all’interno del Pdl. Quel dito puntato e quel dare sulla voce in diretta tv hanno sconsacrato Berlusconi e renderanno più difficile il cammino parlamentare delle leggi sul processo breve, sulle intercettazioni, sui decreti attuativi del federalismo fiscale, ovvero delle materie che interessano solo Berlusconi e Bossi”.
Se qualcuno avesse dei dubbi su chi è uscito meglio dal duro confronto in direzione nazionale, un sondaggio Sky lo indica chiaramente: il 64% degli italiani ha detto Fini, solo il 36% Berlusconi.
Piccola osservazione: dato che l’elettorato di sinistra non arriva attualmente neanche al 45%, se anche tutti costoro avessero indicato vincitore Fini, vorrebbe dire che il restante 20% va ricercato nell’ambito degli elettori di centrodestra.
Vorrebbe cioè dire che il 40% dell’elettorato del Pdl ha dato ragione a Fini.
Qualcuno si stupisce?
Andiamo in loro soccorso con altri tre sondaggi: tutti danno Fini tra il 6 e il 9% subito, anche se già domani fondasse un nuovo partito, solo sulla fiducia e sulle tesi che porta avanti, dato che fa già tremare i berlusconiani.
Ma la cosa ancora più significativa è che un altro 38% di italiani (sondaggio Demos) dichiara “potrei votarlo”: se solo 2 su 10 di costoro decidessero in tal senso, Fini volerebbe al 15%.
L’analisi Demos, molto dettagliata, rivela che Fini pescherebbe il 26% degli elettori “certi” e anche di quelli “possibili” nel Pdl e il 20% dei “certi” nella Lega.
Quest’ultimo dato sembra strano, ma non lo è: vi sono elettori di centrodestra che attualmente votano Lega per non votare Berlusconi o il governo, un sistema per evitare di votare la sinistra. Se esistesse l’alternativa Fini, dicono, voterebbero certamente per lui.
Altro dato: il 33% di chi voterebbe certamente Fini sono gli elettori indecisi, mentre alta è la provenienza di sinistra e di centro di chi potrebbe votarlo.
In base a questi elementi si delinea la strategia di Fini che guarda a un partito “diverso”, capace di restituire un’immagine seria a una destra moderna, aperta al confronto e al dialogo, fondata sulla legalità , la giustizia e la socialità .
E un equilibrio tra Nord e Sud. Continua »
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