Aprile 7th, 2010 Riccardo Fucile
IL PROBLEMA E’ LA CLASSE DIRIGENTE, NON IL METODO: ESISTONO STATI CENTRALISTI CHE FUNZIONANO E STATI FEDERALISTI CHE LANGUONO…LA RICERCA DI RISORSE DEGLI ENTI LOCALI AUMENTERA’ LA PRESSIONE FISCALE E CRESCERA’ IL GAP TRA NORD E SUD DEL PAESE…L’ESEMPIO DELLE REGIONI A STATUTO SPECIALE
Il federalismo è ormai un concetto al quale gli italiani, grazie all’opera dei media e della politica, ha fatto l’abitudine, anche se non ne conoscono in pratica ancora gli effetti, ma solo le vaghe promesse messianiche.
Fa parte ormai di quelle parole d’ordine che la classe politica porta spesso avanti per giustificare la propria permanenza al potere.
Il carico fiscale nel nostro Paese è eccessivo? Aspettate, ora con il federalismo risolveremo ogni vostro problema.
I servizi fanno schifo? Colpa dello Stato centralista, se i soldi rimanessero in loco avremmo servizi efficienti. E così via.
Come se il primo problema italiano da risolvere non fosse intanto il debito pubblico.
E’ trasferibile questo debito verso la periferia? Probabilmente no.
Come lo si riduce? Va affrontato a livello centrale, con robuste terapie di risanamento che non sono certo il federalismo.
Parlare quindi di “maggiore disponibilità finanziaria” in alcune regioni, vuol dire semplicemente tagliare risorse in altre, non si scappa, almeno nella situazione attuale.
Non a caso i “sacerdoti spretati” del federalismo italico sono i leghisti che vorrebbero più risorse al nord.
Un altro aspetto in premessa: non esiste uno Stato ideale, inteso in senso istituzionale o metodologico.
Tutte le forme possono andare bene o risultare negative, a seconda della capacità di chi tiene dritta o meno la barra del timone.
Vediamo Stati centralisti che funzionano e altri federali che boccheggiano e viceversa: è comodo per la nostra classe politica trincerarsi dietro il miraggio federalista per giustificare la propria inefficienza.
Cerchiamo di scendere nel dettaglio dell’analisi.
La legge 42/2009, che istituisce il federalismo, è una scatola vuota da rimpire con i previsti decreti attuativi.
Elementi chiave della riforma sarano il trasferimento di funzioni dello Stato agli enti locali, la loro autonomia finanziaria e la perequazione tra regioni per assicurare i servizi minimi garantiti.
La legge prevede costi unitari standard, aggiustati per qualità ed efficienza, per ogni servizio pubblico.
Intanto il costo dei servizi pubblici dipende da quello del personale e l’efficienza dall’organizzazione del lavoro.
I contratti nazionali di lavoro non consentono certo una riduzione, quindi dipenderanno sempre dal livello di crescita dei salari.
L’organizzazione del lavoro dipende invece dai dirigenti e dai politici, indipendentemente dalla forma statuale. Continua »
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Aprile 7th, 2010 Riccardo Fucile
A LESMO, IN BRIANZA, UN ASSESSORE DELLA LEGA, DOPO QUATTRO RAPINE, SOSTIENE CHE “LA GENTE VIVE NEL PANICO” E PROPONE UNA TAGLIA SUI BANDITI…”TROPPO SCARSE LE FORZE DELL’ORDINE PER GARANTIRE LA LEGALITA'”: MA NON ERA MARONI CHE AVEVA PROMESSO SICUREZZA, FINENDO INVECE PER TAGLIARE I FONDI AGLI AGENTI?… LEGA DI GOVERNO E DI PRESA PER I FONDELLI
Mentre il centrodestra annaspa nella sua incapacità di fronteggiare l’arroganza della Lega e mostarne le palesi contraddizioni di avido partito di clientele e di potere, incapace di avere una visione nazionale e solidale del Paese e portato solo a cavalcare gli egoismi della parte più becera della popolazione, mentre Bossi porta in visita alla villa padronale di Arcore anche il figlio a 12.000 euro di stipendio al mese, per mostrargli il pasto della bestia predatrice condiviso con la prole, in quel di Lesmo, paese di 7.000 anime della ricca Brianza, va in scena un tipico esempio del “buon amministratore leghista”.
L’assessore alla sicurezza della Lega, Flavio Tremolana, dopo l’ennesima rapina in villa, ha proposto ai colleghi di autotassarsi perchè “non possiamo poù tollerare una situazione di terrore come quella in cui siamo costretti a vivere”.
Ecco pronta una bella taglia sui rapinatori che terrorizzano la Brianza delle villette, proposta dall’assessore sceriffo: in meno di 72 ore, due rapine alla farmacia comunale (pare ad opera di italiani, per ulteriore sfregio alla Lega che sperava almeno fossero extracomunitari), giovedi scorso a un bar del paese, un mese fa alla filiale della Bcc.
Rincara la dose il parlamentare leghista Marco Desiderati: “Le forze dell’ordine sono troppo scarse per garantire la legalità , siamo sotto assedio e questa è l’unica strada rimasta”.
Ma come, viene da chiedersi: la Lega non ha forse il ministro degli Interni? Quel Maroni che aveva promesso di garantire sicurezza ai cittadini e pugno duro contro i criminali e che ogni sera in Tv fa il suo spottone, a spese di chi paga il canone, per glorificare il proprio operato?
Non è forse la Lega che ha governato questo Paese per 7 degli ultimi 9 anni? Non è forse la Lega che ha avallato il taglio di 3 miliardi di euro alle forze dell’ordine riducendole ad avere le pezze al culo e privandole persino della benzina per le volanti? Continua »
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Aprile 7th, 2010 Riccardo Fucile
UNA INFORMATIVA GIUDIZIARIA RISERVATA DELLA POLIZIA ACCUSA I VERTICI DELLA PROTEZIONE CIVILE DI OMICIDIO COLPOSO PER NON AVER DICHIARATO LO STATO D’ALLERTA, NONOSTANTE I PRECEDENTI… INTERROGATI I VERTICI DELLA “COMMISSIONE GRANDI RISCHI”
Esiste una informativa giudiziaria riservata, redatta dalla Polizia del capoluogo abruzzese, che accusa i vertici della Protezione civile di omicidio colposo per il terremoto dell’Aquila.
L’accusa che emerge è quella di non aver dato l’allarme alla popolazione prima della scossa del 6 aprile, quando il corso dello sciame sismico nei quattro mesi precedenti, con oltre 400 scosse, avrebbe invece giustificato quanto meno la dichiarazione dello “stato d’allerta”, se non l’evacuazione, come avvenne in Garfagnana nel 1985.
Il rapporto è molto dettagliato, con documenti scientifici, perizie e interrogatori ed è stato inserito nel fascicolo di indagine della Procura riservato al “mancato allarme” nei giorni precedenti la tragedia.
Il documento è stato consegnato al magistrato pochi giorni fa e non è stato pubblicizzato proprio per evitare polemiche o iniziative giudiziarie che potessero turbare la fiaccolata commemorativa di due notti fa, ma non si esclude che la Procura entro qualche giorno possa assumere qualche iniziativa.
Tra gli allegati, vi sono gli interrogatori del vice capo della Protezione civile, Bernardo De Berardinis, del presidente vicario della “Commissione Grandi Rischi” della Protezione civile, Franco Barberi, del presidente dell’Istituto di Geofisica e di Vulcanologia, Enzo Boschi, del direttore dell’Ufficio Rischio Sismico, Mauro Dolce, del direttore del Centro nazionale terremoti, Giulio Selvaggi, e di altri tre funzionari dell’ufficio Gestione Emergenze e Servizio Comunicazione. Continua »
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