TERREMOTO: SECONDO LA POLIZIA, LA PROTEZIONE CIVILE SOTTOVALUTO’ GLI ALLARMI
UNA INFORMATIVA GIUDIZIARIA RISERVATA DELLA POLIZIA ACCUSA I VERTICI DELLA PROTEZIONE CIVILE DI OMICIDIO COLPOSO PER NON AVER DICHIARATO LO STATO D’ALLERTA, NONOSTANTE I PRECEDENTI… INTERROGATI I VERTICI DELLA “COMMISSIONE GRANDI RISCHI”
Esiste una informativa giudiziaria riservata, redatta dalla Polizia del capoluogo abruzzese, che accusa i vertici della Protezione civile di omicidio colposo per il terremoto dell’Aquila.
L’accusa che emerge è quella di non aver dato l’allarme alla popolazione prima della scossa del 6 aprile, quando il corso dello sciame sismico nei quattro mesi precedenti, con oltre 400 scosse, avrebbe invece giustificato quanto meno la dichiarazione dello “stato d’allerta”, se non l’evacuazione, come avvenne in Garfagnana nel 1985.
Il rapporto è molto dettagliato, con documenti scientifici, perizie e interrogatori ed è stato inserito nel fascicolo di indagine della Procura riservato al “mancato allarme” nei giorni precedenti la tragedia.
Il documento è stato consegnato al magistrato pochi giorni fa e non è stato pubblicizzato proprio per evitare polemiche o iniziative giudiziarie che potessero turbare la fiaccolata commemorativa di due notti fa, ma non si esclude che la Procura entro qualche giorno possa assumere qualche iniziativa.
Tra gli allegati, vi sono gli interrogatori del vice capo della Protezione civile, Bernardo De Berardinis, del presidente vicario della “Commissione Grandi Rischi” della Protezione civile, Franco Barberi, del presidente dell’Istituto di Geofisica e di Vulcanologia, Enzo Boschi, del direttore dell’Ufficio Rischio Sismico, Mauro Dolce, del direttore del Centro nazionale terremoti, Giulio Selvaggi, e di altri tre funzionari dell’ufficio Gestione Emergenze e Servizio Comunicazione.
Sono le persone che parteciparono alla riunione straordinaria della Commissione Grandi Rischi il 31 marzo, chiudendo la seduta senza prendere alcuna decisione rispetto al terremoto in atto già nei giorni precedenti.
Sono emersi infatti un dossier dell’Ingv sulla gravità dello sciame sismico, diversi studi scientifici (tra cui uno del Cnr che stimava molto alto il rischio di un sisma all’Aquila) e perizie geologiche.
La riunione durò appena un’ora, al termine della quale, in una conferenza stampa, i responsabili dissero che “non c’è pericolo perchè c’è uno scarico continuo di energia e la situazione pertanto è favorevole”.
Dopo pochi giorni il devastante terremoto.
Il popolo aquilano ha diritto di conoscere, al di là delle delle valutazioni della magistratura, se l’evento poteva o meno essere previsto e se sono state adottate tutte le misure adeguate per tutelare la popolazione.
Senza tesi precostituite o di comodo.
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