Aprile 13th, 2010 Riccardo Fucile
PRESIDENZIALISMO, SEMIPRESIDENZIALISMO, PREMIERATO, CANCELLIERATO, MAGGIORITARIO… COME DISTRICARSI NELLA BABELE COSTITUZIONALE E FARSI UN’OPINIONE, AL DI LA’ DELLE INDICAZIONI DEI PARTITI
Anche se riteniamo siano altri i problemi del Paese, il dibattito politico in questi giorni verte sulle riforme costituzionali e quindi cerchiamo di occuparcene, scevri da posizioni preconcette, giusto perchè ciascuno possa farsi un’opinione sulla base dei pregi e dei difetti delle varie formule che ci vengono sottoposte ogni giorno sui media, come se, insieme al federalismo, fossero la panacea di tutti i mali di cui soffre il sistema Italia.
Si parla ad esempio di presidenzialismo, in realtà esistono i presidenzialismi. Riferiamoci al modello degli Stati Uniti: il presidente è eletto direttamente dal popolo ed è capo dello Stato e capo del governo.
Anche il congresso, bicamerale, viene eletto direttamente dai cittadini.
Nel sistema statunitense, il presidente non può sciogliere il congresso che a sua volta non può sfiduciare il presidente, in pratica sono costretti a convivere.
Veniamo al semipresidenzialismo: nel modello francese, il presidente della Repubblica è eletto dai cittadini, così come l’Assemblea nazionale, che è bicamerale.
In Francia esiste il sistema elettorale maggioritario a doppio turno, con collegi uninominali.
Che differenza c’è con il modello americano?
Il presidente francese nomina il primo ministro, capo del governo, il quale deve avere la maggioranza dell’assemblea.
Se questa ha una maggioranza opposta al presidente, allora l’assemblea sceglie il primo ministro e si determina una coabitazione.
Rispetto agli Usa, il presidente francese può sciogliere il parlamento, ma non più di una volta l’anno.
Qualcuno poi parla di premierato, ma si tratta di una invenzione tutta italiana.
Il primo ministro inglese infatti non è eletto direttamente dai cittadini come premier, ma viene eletto come parlamentare.
Poi, essendo il capo del suo partito, se ha vinto le elezioni, diventa primo ministro.
In pratica il sistema inglese è inimitabile: ha bisogno di un bipartitismo e di un sovrano.
Passiamo al cancellierato tedesco: richiede l’elezione del cancelliere da parte del Bundestag, la camera dei deputati, che deve dare la fiducia al cancelliere, non al governo.
Il cancelliere non è eletto direttamente dai cittadini ed è di solito il capo del partito più grande. Continua »
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Aprile 13th, 2010 Riccardo Fucile
LA GIUNTA LEGHISTA AVEVA PRECLUSO IL SERVIZIO MENSA A 42 BIMBI, LE CUI FAMIGLIE ERANO IN ARRETRATO COI PAGAMENTI…. UN IMPRENDITORE LOCALE SALDA IL DEBITO E INDIRIZZA UNA LETTERA AL SINDACO, ALLA POLITICA, AI SUOI CONCITTADINI…UNA DURA REQUISITORIA CONTRO IGNORANZA ED EGOISMO
Si è arrivati a una svolta nella triste vicenda della mensa scolastica di Adro, in provincia di Brescia, dove 42 bambini erano stati esclusi dal servizio a causa degli arretrati nel pagamento della retta da parte delle famiglie.
Un anonimo imprenditore del paese ha saldato tutto il debito pregresso (9.900 euro), con un bonifico all’associazione dei genitori che gestisce la mensa.
Ma non si è limitato a questo: ha voluto che fossero rese pubbliche le motivazioni del suo gesto in una nobile lettera indirizzata al comune di Adro, dal titolo “Io non ci sto” e che qua riportiamo.
“Sono figlio di un mezzadro che non aveva soldi, ma un infinito patrimonio di dignità , ho vissuto i primi anni di vita in una cascina come quella del film “L’albero degli zoccoli”.
Ho studiato molto e ho ancora intatto il patrimonio di dignità e ho guadagnato per vivere bene.
Ora voglio urlare che non ci sto, io che non sono comunista e ho votato Formigoni alle regionali, ma, per non urlare e basta, ho deciso di compiere questo gesto che vuole tentare anche di svegliare le coscienze dei miei compaesani.
Ho sempre la preoccupazine di essere come quei signori che seduti in un bel ristorante se la prendono con gli extracomunitari.
Peccato che la loro Mercedes sia appena stata lavata da un albanese e il cibo cucinato da un egiziano, mentre la loro mamma è assistita a casa da una signora ucraina.
I miei compaseani si sono dimenticati da dove vengono, mi vergogno che proprio il mio paese sia paladino di questo spostare l’asticella dell’intolleranza di un passo all’anno.
E ancora: dove sono i miei sacerdoti? Sono forse disponibili a barattare la difesa del crocifisso con qualche etto di razzismo?
Se esponiamo un bel rosario in casa, possiamo forse fare quello che vogliamo?
E dov’è il segretario del partito che ho votato e che vuole chiamarsi “partito dell’amore”?
Dove sono i consiglieri e gli assessori di Adro?
Se credono davvero nel federalismo, che ci diano le loro dichiarazioni dei redditi degli ultimi 10anni. Tanto per farci capire come pagano le loro belle cose e case.
Non vorrei essere io a pagare anche per loro. Continua »
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Aprile 13th, 2010 Riccardo Fucile
GIA’ NON INTERESSA A NESSUNO, PER DI PIU’ OGNUNO LO VUOLE A SUO MODO: ORA PER MESI LITIGHERANNO SUL MODELLO PRESIDENZIALE DA SEGUIRE, MENTRE LE URGENZE DEL PAESE SONO ALTRE….MAGGIORI POTERI AL PREMIER? PER CARITA’, CI MANCA GIUSTO QUELLO, PER ESSERE UN DOMANI IN BALIA DI INTERESSI DI PARTE… E POI LE RIFORME SI FANNO INSIEME
Il mondo politico si divide in due nel nostro Paese: chi governa e chi sta all’opposizione.
In passato i governi duravano al massimo due anni, poi i partiti litigavano e si andava ad elezioni anticipate, salvo poi precipitare nuovamente verso l’ennesima crisi.
Nella seconda Repubblica però nessuno ha mai governato più di una legislatura: appena scaduto il mandato (e anche prima) è stato mandato a casa ed è ritornato quello di prima (vedi alternarsi di Berlusconi e Prodi). Questo indurrebbe qualsiasi persona di buon senso, in caso di riforme profonde della nostra Carta costituzionale, per la quale si richiede infatti non a caso i due terzi del parlamento, a cercare, sul tema delle riforme istituzionali, un ampio consenso.
Solo dei folli possono pensare, solo perchè oggi governano, di imporre un certo tipo di riforma, sapendo che dopo pochi anni quelli che verranno in seguito rivolteranno a loro volta tutto.
Con il risultato di essere additati all’estero non solo come il Paese di Pulcinella, ma come anche quello di Arlecchino, tappullato da tutte le parti coi colori più diversi.
Fare le riforme non è un problema “di una parte contro l’altra”, dovrebbe essere un’esigenza di tutti, se sono realmente necessarie.
Sul presidenzialismo si vedono già i primi risultati: chi vuole il sistema semipresidenziale francese a doppio turno, chi a turno unico, chi non lo vuole per nulla.
Il premierato tedesco va bene a qualcuno ed è indigesto ad altri.
Dopo una settimana di dibattito siamo già al caos, sia all’interno del Pdl che del Pd, figuriamoci altrove.
Alla fine non si concluderà nulla, al massimo si approveranno il Senato federale e la riduzione dei parlamentari, su cui un’intesa ci può stare.
Diciamo che sono state sbagliate le premesse.
Proporre il presidenzialismo solo “per dare più poteri al governo”, senza il contrappeso di maggiore autonomia e controllo da parte del parlamento risponde solo all’esigenza di chi vorrebbe in un solo giorno che gli italiani eleggessero Presidente della repubblica, premier e un parlamento di nominati senza neppure le preferenze. Continua »
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