Aprile 1st, 2010 Riccardo Fucile
LE RAGIONI PER CUI MILIONE SI E’ ASSENTATO E HA PERSO TEMPO…. BERLUSCONI NON DOVEVA RACCONTARE BUGIE E COSTRUIRE SU QUESTE LA TEORIA DEL COMPLOTTO…I SILENZI DI MOLTI E IL MISTERO DELLE TELEFONATE
Pensiamo sia venuto il momento, a elezioni terminate, che i vertici del centrodestra, premier in primis, alla prima occasione televisiva chiedano scusa ai propri elettori, non solo per non aver fatto trovare loro il simbolo del Pdl nella scheda elettorale nella provincia di Roma, ma per aver raccontato una versione di comodo, manipolato l’informazione, accusato ingiustamente magistrati e carabinieri in servizio, aver addirittura costruito una teoria del complotto inesistente e su di essa aver creato la marcia dei 130.000 a Piazza San Giovanni.
Militanti presi in giro, perchè nessun complotto aveva impedito la presentazione della lista, ma solo problemi interni al Pdl romano.
Per evitare di ammettere di aver sbagliato e per non volersi assumere le proprie responsabilità , si sono fatti otto ricorsi inutili, alimentando una campagna elettorale di odio e contrapposizione che non aveva senso.
Si è addirittura fatto un “decreto interpretativo” per tentare di condizionare i giudici, quando si sarebbe dovuto con umiltà chiedere semplicemente scusa. Non si urla dal palco in malafede che “si vuole impedire agli elettori del primo partito italiano di esercitare il loro diritto democratico al voto”, quando si sa che ciò è stato impedito solo dalla dabbenaggine dei propri dirigenti e non da un manipolo di congiurati.
Intanto partiamo da una anomalia unica in Italia: in tutti i partiti esiste una direzione nazionale che, con un congruo anticipo, ratifica le liste a maggioranza, adottando nel caso le opportune correzione.
Se così fosse stato anche per il Pdl, l’incaricato avrebbe semplicemente potuto presentarsi il primo giorno della consegna delle liste con l’elenco approvato e il cellulare staccato.
Invece le trattative da mercato delle vacche sono andate avanti per tutta la notte precedente con un vergognoso “togli e metti” da parte dei notabili romani. Continua »
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Aprile 1st, 2010 Riccardo Fucile
ARRIVA MAURIZIO GRASSANO, FINO ALL’AUTUNNO PRESIDENTE LEGHISTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DI ALESSANDRIA, GIA’ AGLI ARRESTI DOMICILIARI PER TRUFFA AGGRAVATA E FALSO AI DANNI DEL COMUNE PER 760.000 EURO….SI FACEVA RIMBORSARE UN FITTIZIO STIPENDIO DI 20.000 EURO AL MESE, D’ACCORDO CON IL SOCIO DELL’AZIENDA
Ora che Cota ha vinto le regionali in Piemonte, la Lega dovrà rinunciare al suo apporto come presidente del gruppo parlamentare, ma certamente chi gli subentrerà , come primo dei non eletti, potrà portare una qualificata professionalità .
Parliamo di colui che ha rappresentato, in quel di Alessandria, le istanze padane per diversi anni, fino ad assurgere al ruolo di presidente del consiglio comunale della città e ad ottenere nel 2008 un tal numero di consensi da figurare alle spalle di Cota nella scalata alla Camera.
La brillante carriera di Maurizio Grassano è però deragliata nel settembre scorso, quando, dopo accurate indagini della Procura della Repubblica, sono emerse prove evidenti che lo hanno portato agli arresti domiciliari per truffa aggravata e falso ai danni del Comune, insieme al suo ex socio, Sergio Cavanna, per un importo di 760.000 euro indebitamente sottratti alle casse comunali.
Cosa aveva escogitato il Grassano?
Dato che l’ente locale, per legge, è tenuto a rimborsare alle aziende dove lavorano i consiglieri il tempo che l’attività pubblica sottrae alle mansioni svolte in ditta, aveva pensato bene di far figurare aumentato a dismisura il proprio stipendio, in modo da vederselo rimborsare dal comune.
Se fino al 1997 Grassano non guadagnava più di 41 milioni di lire all’anno, dal 1998, quando ha chiesto e ottenuto il primo rimborso dal Comune, le sue entrate sono progressivamente aumentate, fino a dichiarare di guadagnare in azienda 20.000 euro al mese. Continua »
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Aprile 1st, 2010 Riccardo Fucile
CONTI IN ROSSO PER 800 MILIONI, FABBRICHE PROSSIME ALLA CHIUSURA, MA ALLA FIAT MONTEZEMOLO PASSA NEL 2009 DA 3 A 5 MILIONI DI STIPENDIO, MARCHIONNE DA 3,4 A 4,7 MILIONI… SCARONI (ENI) DA 3 A 4,2 MILIONI….PER PURI NEGRI (PIRELLI RE) LIQUIDAZIONE DI 14 MILIONI DI EURO, CON L’AZIENDA IN PERDITA DI 195 MILIONI
Mentre lo Stato finanzia la cassa integrazione e tante famiglie italiane si trovano in grandi difficoltà , gli stipendi dei grandi manager non sembrano soffrire la crisi.
Facciamo un tipico esempio: mentre i conti sono stati dichiarati in rosso per 800 milioni di euro, mentre alcune fabbriche sono preannunciate in chiusura e migliaia di operai sono soggetti alla cassa integrazione, la crisi alla Fiat non sembra aver toccato le busta paga dei due suoi esponenti più famosi.
Il presidente del Lingotto, Luca Cordero di Montezemolo, nel 2009 ha percepito uno stipendio di 5 milioni di euro, 2 in più rispetto ai 3 milioni del 2008.
L’amministratore delegato Sergio Marchionne invece ha goduto nel 2009 di una busta paga di 4,7 milioni, rispetto ai 3,4 del 2008.
L’inchiesta del “Sole 24 ore” evidenzia che non è solo un caso limitato alla Fiat: in piena crisi sono aumentati un po’ tutti gli stipendi delle grandi società quotate a Piazza Affari.
Un altro caso emblematico è quello di Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni, il cui stipendio nel 2009 è aumentato del 40% rispetto all’anno precedente, da 3 a 4,2 milioni di euro.
C’è stata anche qualche riduzione in verità , ma sempre su cifre stratosferiche: Pierfrancesco Guarguaglini di Finmeccanica, gigante a controllo pubblico, invece di 5,5 milioni ne ha portati a casa 4,7, Umberto Quadrino (Edison) 2,4 invece che 3,8 milioni.
Non si può dire che la crisi abbia colpito invece Corrado Passera (Intesa SanPaolo) che ha percepito 3,5 milioni, Cesare Geronzi (Mediobanca) con 3,3 milioni o Jean Claude Blanc (a.d. Juventus) con 2,7 milioni di euro per il 2009. Continua »
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